aaa1Venerdì 26 febbraio è stata inaugurata a Perugia, palazzo Baldeschi al Corso, la mostra FEDERICO BAROCCI e la pittura della maniera in Umbria.
Curata da Francesco Federico Mancini e allestita da Carlo Salucci.

Dalla sua isola incantata il nostro amico Andrea così la commenta:

I miei soggiorni a Perugia contemplano sempre piacevoli passeggiate in centro e non manco, tutte le volte che mi è possibile, di approfondire gli aspetti a me meno conosciuti del suo patrimonio storico artistico e di visitare le esposizioni e le mostre temporanee.
Domenica scorsa, durante una delle mie consuete passeggiate, ho potuto visitare, con grande piacere, la mostra dedicata a Federico Barocci che la fondazione Cassa di Risparmio ha dedicato agli abitanti di Perugia e ai visitatori occasionali in quest’ultimo scorcio d’inverno e nei prossimi mesi primaverili.
Premetto che al pari della maggior parte dei fruitori delle iniziative di carattere culturale ed artistico non sono un esperto, non pretendo pertanto di esprimere un parere qualificato ma mi limito a riportare semplici osservazioni e sensazioni del tutto personali.
La prima che mi sento di riferire riguarda la riscoperta della pala rappresentante la Deposizione di Cristo che trova la sua naturale collocazione nel Duomo di Perugia. Ricordo la mia difficoltà nel cogliere gli aspetti più pregevoli di quest’opera sin dal primo momento che mi capitò di osservarla in compagnia di un mio carissimo amico, esperto di storia dell’arte perugina.
Solo domenica ho capito il perchè: nella cappella di San Bernardino, dove era ubicata, una possente cancellata, una distanza eccessiva e uno stato di conservazione precario mi impedivano di cogliere quegli aspetti unici e irripetibili che un’illuminazione e un restauro impeccabili mi hanno consentito di apprezzare al meglio in questa mostra.
Non sono invece riuscito a comprendere il perchè della scelta degli allestitori di collocare al di sotto dell’opera un sostegno di color arancio che introduce un elemento di disturbo dal punto di vista cromatico più di quanto non contribuisca a valorizzare un’opera d’arte di tale portata.
Ho provato altresì un certo spaesamento nell’affrontare la sessione della mostra dedicata ai dipinti eseguiti da artisti operanti in Umbria al tempo di Barocci dove non sono stato in grado di trovare i riferimenti di carattere storico e artistico che mi consentissero di apprezzare sino in fondo le scelte operate dai curatori.
Questo particolare comunque nulla toglie alla sensazione complessiva di grande piacevolezza che deriva dalla visita e di appagamento della curiosità nei confronti di un artista straordinario che la mostra, ma soprattutto il filmato curato da Andrea Emiliani, regalano al visitatore.

Andrea Selis