Quando si sale in aereo è normale avere almeno un po’ di apprensione. Speriamo che ai comandi ci siano piloti esperti,  capaci di fronteggiare situazioni inusuali ed emergenze varie. In effetti, generalmente, i piloti di aereo eseguono periodicamente corsi di formazione al simulatore per essere sempre al top nel fronteggiare situazioni di emergenza o per acquisire esperienza con nuove strumentazioni se non addirittura per imparare a pilotare nuovi modelli di aereo. Tutto ciò è necessario, vitale per ridurre al minimo la possibilità di errore in un settore così critico.

Ma il personale sanitario che opera nell’emergenza, in ospedale o in ambulanza oppure che svolge attività mediche complesse, e quindi prone all’errore umano, viene formato costantemente a fronteggiare situazioni critiche o difficili? Ed ancora, visto che l’attività medica spesso necessita di team interdisciplinari, viene eseguita una formazione specifica per eliminare o ridurre le possibilità di errore derivanti ad esempio da una cattiva comunicazione tra operatori diversi?

Ora esiste, grazie ad una sofisticata tecnologia, la possibilità di simulare tutte le situazioni cliniche più o meno complesse. E’ possibile allestire veri e propri ospedali virtuali con sale di Pronto Soccorso, sale di terapia intensiva, sale operatorie, strumentazioni diagnostiche  dove il paziente è un manichino che può simulare patologie complesse e che reagisce come fosse un vero individuo sottoposto a cure od interventi reali. Il principio della formazione medica con i simulatori è proprio di derivazione aeronautica: si chiama CRM che sta per Crisis Resouce Managment. L’utilizzo appropriato cioè delle conoscenze e degli strumenti nei momenti di crisi quando maggiore è appunto la possibilità di errore.

Si stima per difetto che in Italia ci siano almeno 15.000 decessi/anno dovuti ad errore sanitario. Ci si lamenta spesso dei casi di malasanità che finiscono in cronaca. Perchè non ci si preoccupa di fornire una formazione moderna, aggiornata e soprattutto continua? La miglior risposta sarebbe quella di avere centri per la simulazione medica di elevato livello: veri ospedali virtuali in cui l’esperienza non si matura sulla pelle del paziente.

Maurizio del Pinto