Una serie di notizie ed eventi che si sono accumulati in questi ultimi giorni hanno riproposto l’attualità del destino del Centro Storico di Perugia.
E’ riemersa la questione della trasformazione del Mercato Coperto, che ormai da parecchi mesi
sembrava un fatto destinato a non avere seguito.
Con singolare coincidenza è stata poi illustrata ad un selezionato pubblico una proposta (promossa dall’Università, dal Comune e dalla Fondazione della Cassa di Risparmio) riguardante un ambizioso intervento volto a portare alla luce resti di muri etruschi nascosti sotto Piazza Matteotti, collegando con l’occasione, con percorsi sotterranei, Via della Rupe, luogo di sbarco del Minimetro, con piazza Matteotti e via Mazzini, con il diretto interessamento del complesso del Mercato Coperto.
Per via Mazzini si propone una clamorosa tettoia ipertecnologica che, se si realizzasse, diventerebbe inevitabilmente il segno distintivo della città, soppiantando l’Arco Etrusco e la Fontana Maggiore.
Inoltre è di queste ore la notizia della chiusura del Turreno, destinato, si dice, a diventare un garage, a poche settimane dalla chiusura del Pavone.
Segnali non del tutto positivi vengono dal Minimetro, ammirevole e innovativa realizzazione, che non corrisponderebbe alle aspettative che avrebbe dovuto soddisfare: orari penalizzanti, velocità dimezzata per gran parte della giornata, pochi utenti e costi elevatissimi, per non parlare delle grane legali dovute al rumore.
Questi fatti riguardano una città che ormai da troppo tempo vede le sue aree centrali, ma non solo quelle, impoverirsi e degradarsi, preda di un lento processo che sembra inarrestabile. L’impressione che, da cittadini, si ha è che chi ha il potere e la responsabilità di agire si trovi in seria difficoltà.
L’accavallarsi di iniziative e proposte, pubbliche, private o pubblico/private, più che denotare una febbrile mobilitazione incardinata su una solida linea strategica, fa piuttosto pensare ad una navigazione a vista.
Alcune ipotesi, come quella del percorso sotterraneo sotto Piazza Matteotti, sembrerebbero rientrare nell’ambito degli studi di tipo accademico, ma il fatto che per la copertura di via Mazzini sia stato incaricato un rinomato studio di caratura internazionale starebbe ad indicare qualcosa di molto più concreto.
L’impressione che si ricava da questa ormai annosa crisi della città è che, come ha già detto qualcuno, in assenza di idee e di contenuti si interviene sui contenitori, sperando nella buona sorte.
Su tutti questi temi, che come perugini ci riguardano molto da vicino, non sarebbe male che l’Amministrazione facesse opera di dettagliata ed esauriente informazione.
Forse può essere utile prendere in esame città universitarie analoghe alla nostra: Siena, Arezzo, Parma, Ferrara ecc., nelle quali pregiatissimi centri storici sono stati ben tutelati, riuscendo tuttavia a trattenervi la popolazione e le attività commerciali, arricchendoli del valore aggiunto di non sporadiche iniziative culturali di alto livello (per esempio a S. Maria della Scala a Siena e a Palazzo dei Diamanti a Ferrara) che garantiscono a quelle città grande potere di attrazione e cospicui ritorni economici.
Pietro Zannetti