Abbiamo assistito martedì 2 febbraio ad un fenomeno davvero inconsueto a Perugia.
Fin dalle 20,30 infatti una fila (valutata intorno alle 2.000 persone) si snodava dall’ingresso del Teatro Pavone al Caffè Medioevo poi, attraversato il Corso Vannucci, lungo il suo fronte destro raggiungeva il negozio Cantarelli.
Era notte e faceva un gran freddo…
Tutti, in grandissima maggioranza giovani, erano lì a far la fila per poter ascoltare le parole della ‘stella fra le stelle‘: Margherita Hack.
Un evento davvero unico, tanto che la generosità della grande signora – che si è prestata a ripetere ben due volte il suo discorso – ha consentito a 900 dei duemila astanti, in doppio turno, di sedere in quel gelido teatro ad ascoltare il suo pensiero.
All’ultimo momento ha dato forfait Curzio Maltese, gesto non certo nobile nei confronti di tutti noi ma in particolare dell’anziana astrofisica…
Di seguito il commento di una nostra sostenitrice che ha avuto la fortuna di essere presente al primo round della manifestazione.
Ieri sera, arrivando al Pavone per assistere all’intervista a Margherita Hack, non potevo credere ai miei occhi nel vedere così tanta gente in attesa: nel freddo pungente di questi ultimi giorni un lunghissimo cordone di persone (giovani ma non solo, famiglie, molti amici, volti noti e altri sconosciuti) si snodava sinuoso e ordinato da piazza della Repubblica lungo il corso Vannucci. Una partecipazione (per me, almeno) del tutto inattesa, che trasmetteva allegria e che lascia supporre che forse viviamo una città che, per piccina che sia, ha ancora molta voglia di vivere, confrontarsi e uscire…
E che giustamente sa scegliere e accoglie con entusiasmo, quando lo meritano, le proposte culturali che le vengono offerte.
L’allegra eccitazione che permeava l’atmosfera in piazza della Repubblica ha accompagnato poi l’intera serata, un po’ forse per il freddo gelido all’interno del teatro, certo per l’energia straordinaria, la vivacità intellettuale e la prontezza di spirito della Hack, testimone e protagonista, con i suoi 88 anni orgogliosamente esibiti, di tanta parte della nostra storia.
Generosa con il pubblico, ha accettato di trattenersi per un secondo tempo per incontrare i tanti accorsi ad ascoltarla e rimasti fuori in attesa.
Purtroppo a tratti sembrava come rifuggire da argomenti che forse richiedevano analisi più approfondite, lasciando cadere sollecitazioni su temi del suo ultimo libro Libera scienza in libero stato (Rizzoli, 2010), che avrebbero meritato un’analisi più articolata e “filosofica” (la laicità e l’autonomia della scienza, il rapporto tra cultura umanistica e cultura scientifica, o tra fede e ragione).
raffaella sforza