Si apre oggi, venerdì 5 marzo, la nostra Tribuna Politica con la prima domanda sul Lavoro.
Pubblichiamo le risposte delle tre candidate in ordine di arrivo.
DOMANDA N°1: LAVORO
La crisi che stiamo affrontando richiede nuove politiche in tema di:
• Innovazione dei processi produttivi;
• Innovazione dei processi di formazione e di alta formazione;
• Disoccupazione e precariato;
• Sostegno e coordinamento politico per le PMI e per l’artigianato;
• Ripensamento, concretizzazione e stretto monitoraggio del ruolo affidato a Sviluppumbria.
Cosa intende proporre in ambito regionale?
RISPOSTA di FIAMMETTA MODENA (PdL):
Al centro dell’azione programmatica poniamo l’impresa.
La ripresa economica infatti garantisce una crescita di occupazione e di benessere a 360 gradi.
Si deve permettere alle imprese di poter svolgere la propria attività.
In questa direzione va anche la semplificazione burocratica, la facilitazione dell’accesso al credito e l’utilizzo delle risorse in maniera funzionale senza dispersioni o assistenzialismo.
RISPOSTA di PAOLA BINETTI (UDC):
Puntiamo ad una struttura economica che non si traguardi soltanto alla dimensione del PIL, ma che sia in grado di dare lavoro stabile anche ai diplomati e laureati, ben al di là del 43% di laureati, che, attualmente, a distanza di tre anni dalla laurea, sono occupati in modo stabile. Il nostro obiettivo è creare opportunità di lavoro supportando l’economia reale della nostra regione, dando VALORE alle RISORSE che l’UMBRIA offre e che sono state negli anni trascurate. L’Umbria ha un suo patrimonio fortemente caratterizzato che deve essere valorizzato. Il nostro programma si sviluppa in 5 punti e ciascuno racchiude 5 obiettivi, il punto di partenza non poteva che essere una priorità, il lavoro appunto. Turismo: Ri-qualificare il turismo come motore economico, attraverso la leva del marketing territoriale, che deve tendere a valorizzare le risorse del territorio, quelle artistiche, culturali e produttive. Artigianato: Dare valore al ruolo economico e sociale della micro e piccola impresa. Ri-dare valore all’artigianato artistico, vero tesoro di tradizioni e competenze. Terziario avanzato: Ri-qualificare l’offerta dei servizi complementari allo sviluppo del Sistema Umbria. Agricoltura: Definire un sistema di produzione agricola integrata che utilizza metodi agronomici e di difesa dalle avversità per ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi, dell’acqua e dell’energia, nel rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo. Formazione: Valorizzare e Ri-qualificare la formazione per raggiungere alti tassi del livello di scolarizzazione, che vadano di pari passo con il livello di occupazione qualificata. In Umbria è particolarmente urgente rivedere il sistema del credito. Noi vogliamo dare valore alla politica del credito, destinata alle piccole aziende umbre ed alle numerose attività artigianali. Realtà imprenditoriali che in periodi particolari di crisi, ed in generale, hanno bisogno di un accesso al credito personalizzato, facilitato e certo. Oggi purtroppo in Umbria, ed anche per gravi responsabilità della sinistra di governo, non c’è più una grande banca regionale che possa interloquire con concretezza con gli imprenditori. E’ necessario immaginare una nuova stagione in cui istituti bancari già operanti in Umbria, penso alle banche di Credito Cooperativo, ma anche a quelle Popolari, trovino comuni e forti sinergie per offrire un credito alle imprese della regione ma anche alle famiglie, competitivo e ritagliato sulle esigenze particolarmente delle aziende familiari. Non è immaginabile una stagione di nuovo sviluppo se non si può contare su un sistema creditizio che riutilizzi la raccolta dei risparmiatori umbri a favore degli investimenti nella nostra regione.
RISPOSTA di CATIUSCIA MARINI (PD):
In questo ultimo anno e mezzo il Governo Berlusconi ha prima negato la crisi economica, nascondendone gli effetti devastanti, poi all’improvviso ha detto che era stata brillantemente superata.
La verità invece è di fronte agli occhi di tutti: la crisi c’è. I suoi effetti per il nostro paese e la nostra regione, sono pesanti. E lo saranno ancora nel futuro prossimo. Il tasso di disoccupazione in Italia ha raggiunto livelli così alti che dobbiamo andare al lontano 1971 per trovarne uguali.
Per quanto riguarda l’ambito regionale dobbiamo agire su due fronti. Il primo, quello dell’emergenza perché siamo in piena emergenza occupazionale. Ne sono prova le gravissime crisi che stanno investendo grandi, medie e piccole aziende umbre. Ciò significa, soprattutto nei prossimi 24 mesi, intensificare tutte le azioni di sostegno sia ai lavoratori che alle imprese.
Dalla prosecuzione del ricorso alla cassa integrazione in deroga, a politiche di sostegno al credito per le imprese. Ma anche un pacchetto di provvedimenti a sostegno delle famiglie umbre che dovranno ancora per diverso tempo “stringere la cinghia”.
Accanto a ciò è necessario, da subito, sviluppare nuove politiche che ci consentano di innovare il sistema economico della nostra regione. Le nostre idee ed i nostri progetti puntano essenzialmente ad aumentare la capacità competitiva del nostro sistema economico, puntando su prodotti a maggior contenuto tecnologico e valore aggiunto, l’economia ed energia verde, nuovi rapporti tra risorse scientifiche e imprese, misure dedicate al tessuto delle piccole aziende, valorizzazione delle risorse del territorio e delle città per dare forza al turismo, all’artigianato, al commercio, alle produzioni di qualità. Tanto maggiore sarà la qualità che riusciremo a determinare, attraverso innovazione e ricerca, tanto maggiore sarà la crescita collettiva della regione.