LA CANDIDATA FIAMMETTA MODENA NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA N°4: CONTRACCEZIONE E INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA
DOMANDA N°4: CONTRACCEZIONE E INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA
In molti ospedali regionali non è garantito un agevole accesso alle donne che fanno richiesta sia della RU 436 che dell’interruzione di gravidanza.
Cosa intende fare se fosse eletto?
RISPOSTA di CATIUSCIA MARINI (PD):
Quello della interruzione di gravidanza è un tema assai delicato che non si può affrontare in maniera sbrigativa o con un approccio meramente burocratico.
Come è nello spirito della legge mi sento di dire che, prima di tutto, dovremo lavorare ancora di più e meglio sul versante della prevenzione e dell’educazione.
Aiutando i giovani a vivere con serenità e serietà la loro sessualità. Guai a cedere ad una visione dell’interruzione della gravidanza da parte delle donne come una sorta di metodo anti concezionale ‘ex post’, in virtù del fatto che con la ‘pillola del giorno dopo’ tutto è più semplice.
In ogni caso penso sia assolutamente giusto operare affinché tutte le strutture ospedaliere della nostra regione siano messe in grado di offrire una adeguata assistenza ed un accesso all’utilizzo della RU 436.
RISPOSTA di PAOLA BINETTI (UDC):
La vera urgenza in Umbria è rappresentata da politiche positive per la natalità, di sostegno alla maternità e di tutela dell’infanzia, attraverso la indispensabile rete di servizi che ne garantisce qualità, accessibilità, e professionalità. In questo clima la richiesta di interruzione di gravidanza, anche nel rispetto della legge, va considerata come una condizione estrema a cui si cerca di affiancare una serie di iniziative positive che comprendono assegni di maternità, la possibilità di accedere a case alloggio, garanzie sul piano professionale, sostegno psicologico. Il vero problema oggi è il rischio della banalizzazione dell’aborto, un rischio che scatta quando si perde di vista il chi è del bambino e lo si riduce al cos’è meramente biologico. Per questo anche in rapporto all’aborto chimico della RU 486, la nostra posizione è in linea con la normativa prevista dalla 194, che intende garantire alle donne tutta la sicurezza possibile e per questo bon vuole ricondurre l’aborto agli stretti confini della privatizzazione.