LA CANDIDATA FIAMMETTA MODENA (PdL) NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA N°6
DOMANDA N°6: SCUOLA
Se portata a compimento la riforma Gelmini avrà l’effetto di creare ampie fasce di disoccupazione tra il personale tecnico e i docenti.
Come intende affrontare praticamente (per esempio il destino degli Istituti Tecnici in Umbria) questa drammatica situazione?
RISPOSTA di CATIUSCIA MARINI (PD):
E’ ben strano il comportamento di questo Governo. Da una parte ha fatto del “federalismo” una sua bandiera, mentre dall’altra parte realizza riforme che sacrificano e mortificano le scelte autonome delle singole regioni. Ma c’è di più. Questo governo fa riforme i cui costi vengono scaricati sulle Regioni.
A questo metodo mi opporrò con forza.
E penso che dovremmo dar vita, in Umbria, ad una grande assise sulla scuola pubblica e sul suo ruolo fondamentale per la formazione dei nostri futuri cittadini.
E in quella sede cercare, insieme a tutti i soggetti protagonisti della scuola, le risposte adeguate e una comune piattaforma per la scuola del futuro.
Per quello che sarà nelle possibilità delle scelte e delle politiche regionali faremo ogni sforzo per offrire opportunità ai precari espulsi dalla scuola e per fare della filiera scuola-formazione-università un fattore decisivo pe runo sviluppo centrato sulla conoscenza.
RISPOSTA di PAOLA BINETTI (UDC):
Oggi occorre prepararsi a gestire la recente riforma con grande attenzione, evitando inutili forme di ostruzionismo, ma nello stesso tempo con grande sensibilità per i problemi della formazione delle nuove generazioni. L’aumento del numero degli alunni per classe e la riduzione del numero di ore nei vari piani di studio definiscono una condizione di rischio potenziale che cercheremo di monitorare passo passo, pronti ad intervenire per integrare o supplire, se necessario, alle eventuali carenze del sistema.
Tutte le riforme prima di introdurre benefici possono risolversi in un aggravamento dei problemi se non si mette in marcia un sistema di controllo tempestivo, che eviti agli attuali studenti di pagare le conseguenze di una riforma non ancora ben strutturata. Sentiamo il bisogno di garantire standard di eccellenza alla nostra scuola, ad ogni livello, con una particolare attenzione per la formazione professionale, che ha in Umbria un’ottima tradizione, almeno in alcuni settori, ma che è stata recentemente trascurata e appiattita su standard di profilo insoddisfacente.
E’ nostro obiettivo di riferimento anche l’attivazione di politiche di contrasto alla dispersione scolastica, sia che si tratti di ragazzi italiani che di giovani immigrati. Per questo intendiamo contare su di una rete di collaboratori che ci permettano di sperimentare forme di integrazione tra i percorsi formativi e quelli professionali riconoscendo dignità di lavoro allo studio scolastico e dignità professionale al sistema professionale. In Umbria c’è una classe docente sensibile e competente e la creazione di Master e di corsi di perfezionamento centrati su obiettivi formativi concreti può aiutare a contrastare l’emergenza educativa che caratterizza attualmente tutto il Paese e che ha in Umbria caratteristiche peculiari. Dalla Scuola possono partire linee educative volte alla tutela della salute sotto molteplici piani: da quello della nutrizione-alimentazione, a quello della prevenzione nell’area delle tossicodipendenze, sia che si tratti di alcolismo che di consumo di marijuana o di cocaina. Nella formazione vogliamo leggere il cambio di velocità di questa Regione e soprattutto il cambio di orizzonte, per tornare a mettere al centro del progetto educativo i valori, tutti i valori, da quelli intellettuali a quelli relazionali, da quelli sportivi a quelli più spirituali. Di tutto hanno bisogno i giovani e la Scuola costituisce l’osservatorio più efficace del loro fabbisogno formativo, anche quando evidentemente non tochi a lei risolvere tutti i probolemi e soddisfare tutti i bisogni…