4829-1Commento alla Marcia della Pace del 16 maggio 2010

Ieri dal balcone del convento di San Francesco in Assisi che dà sulla piazza pendeva, bene in vista, un lenzuolo bianco con una scritta di solidarietà al popolo di piazza San Pietro in Roma.
Pur nel rispetto della “buona volontà” dei frati, io non solo non ho trovato alcun legame tra le due piazze e i due eventi, ma ho avvertito una distanza non colmabile.
Piazza San Pietro e Piazza San Francesco sono due piazze lontane (e non solo geograficamente) che ieri accoglievano due popoli diversi.
Due piazze e due popoli.
La piazza dei Papi e la Piazza degli umili fraticelli.
La piazza del potere e la piazza del servizio.
La piazza dell’esibizione e la piazza della ricerca.
Popolo fermo, stanziale e plaudente il primo.
Popolo in movimento, eloquente ed esigente il secondo.
Popolo che gioca in difesa e popolo che va all’attacco.
Qualcuno vorrebbe che il mio posto, come prete, fosse lì, nella capitale dell’impero, dove le certezze paralizzano ogni empito di vita.
Io abito in periferia, là dove le piazze sono le strade e dove la ricerca fa fiorire ogni speranza.
A doppio titolo: come cittadino e come cristiano.
D’altra parte Gesù di Nazareth, lui era l’uomo delle strade, dove ci si fa compagni di viaggio.
Don Aldo Antonelli