ikea-punto-venditaEh si, ed è un’ikea terribile … si parla di occupazione, delle assunzioni che ikea farà in zona: é vero che ci saranno nuovi posti di lavoro è anche vero però che se ne perderanno tanti altri in quel tessuto di piccole aziende che costituiscono la spina dorsale dell’economia di Perugia e dell’Umbria. Piccole aziende spesso a conduzione familiare che chiuderanno sotto i colpi della concorrenza imbattibile degli svedesotti ….
Poi c’era proprio tutta questa necessità di scaffali e bicchieri o di terrificanti pietanze parasvedesi? O di un carico di traffico automobilistico in vertiginoso aumento sopratutto nei weekend?
La prima riflessione da fare, mi sembra, è quella di interrogarsi su quale indirizzo s’intende dare alla collettività regionale nei prossimi anni.
La progressiva americanizzazione dei consumi e dei comportamenti, l’ammassarsi di desideri e persone in uno stesso spazio, l’omologazione coatta del panorama domestico: tutti con le stesse posate, vasi, letti, cornici, pentole, lampade, coperte?
Si sta delineando, ahimè, un futuro tutto improntato alla standardizzazione dei desideri …. come a San Martino in Campo – dove sorgerà il mostro ikea – epitome di un futuro che nasce vecchio, dove in un sol colpo saranno cancellate le virtù artigianali locali, le molteplici abilità e mestieri della tradizione.
 La politica dovrebbe prendere in mano la progettazione del domani, dare forza alle risorse e alle realtà imprenditoriali in sofferenza a causa delle politiche economiche dello sgoverno di destra.
Invece si rincorrono immagini da filmetto americano anni settanta, si concedono spazi a luoghi pieni di vuoto come i centri commerciali nei quali bande sbandate di adolescenti e di famigliole si aggirano sperando di essere altrove.
Contrastare questo tipo di scelte, il gigantismo erettile ikea-style, non significa opporsi ad un qualche progresso: vuol dire avere a cuore l’IDEA (e non l’ikea) di cosa sia una comunità di cittadini e saperla gestire ed indirizzare verso un futuro di crescita armoniosa. E a costo zero.
Mentre il prezzo sociale della cancellazione delle diversità, anche meramente commerciali, sarà alto.
Ma dopo l’ikea cosa ci sarà?
Il dramma del Giappone ha fatto scappare a gambe levate quella banda di patetici incompetenti filo nucleari dello sgoverno di destra.
Del resto l’approssimazione e il terrificante pressapochismo che i seguaci del bunga bunga hanno dimostrato nel programmare un qualche futuro sono emblematici… .

L’arrivo dell’ikea dà un’indicazione precisa di dove sta andando la nostra Regione: nel regno della modernità fasulla, dell’uguaglianza al ribasso.
In altri paesi si sta lottando per le libertà civili, per un futuro migliore.
Da noi si lotterà per la sedia skomoda, per il piatto grettor, per la coperta skifar… .

Marco Pedercini