Il Laboratorio “Il giardino nel tempo. Perugia: dalla Cupa, alla Cuparella di Pietro Porcinai, al Campaccio e oltre…” è stato voluto dall’Associazione Pietro Porcinai, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, l’Associazione Per Perugia e oltre, il FAI (Fondo Ambiente Italiano), il Dipartimento Uomo &Territorio dell’Università di Perugia.
Con il patrocinio della Regione dell’Umbria e della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria. (Autunno 2010, primavera 2011)
IL MANIFESTO CHE SEGUE NE RIASSUME GLI INTENTI E I RISULTATI
L’Associazione Pietro Porcinai nasce nell’autunno 2009 con l’intento di far conoscere la figura e le opere di Porcinai (1910-1986), paesaggista di fama internazionale. I suoi oltre mille progetti spaziano dal giardino al parco urbano, dal complesso industriale all’area archeologica, dal tracciato autostradale al recupero ambientale.
Tra le sue attività, l’Associazione programma “Laboratori” su differenti tematiche che, a partire dallo studio delle opere di Porcinai, facciano emergere l’attualità del suo modus operandi, capace di mettere in relazione la natura con l’artificio, dialogando col genius loci.
Il primo Laboratorio, (Perugia, autunno 2010) ha avuto per oggetto il giardino della Cuparella, progettato da Porcinai nel 1948, committente il Comune di Perugia. Occasione di riflessione sul tema della progettazione e della gestione degli spazi verdi urbani, sulle problematiche del loro governo nella logica della sostenibilità ambientale, economica e sociale.
L’Amministrazione Comunale, nell’urgenza di ridare vivibilità a un luogo che era diventato degradato e marginale, ha realizzato un Progetto di rifunzionalizzazione e riqualificazione dei giardini del Campaccio (2008-2010). L’Associazione Porcinai ha ritenuto che nell’intervento non fosse stata messa al centro la preziosa ed esemplare lezione progettuale del paesaggista toscano, né il contesto storico, culturale sociale e paesaggistico. L’Amministrazione comunale si è resa disponibile ad aprire un tavolo di confronto con l’Associazione che ha quindi invitato professionisti e studiosi, esperti, insieme a tutti i soggetti coinvolti nel progetto stesso (tecnici comunali, progettisti ed operatori scolastici) con l’intento di favorire uno scambio costruttivo di conoscenze, idee, punti di vista.
Il Laboratorio si è articolato in 3 incontri di studio e dibattito e in un seminario conclusivo dove, a partire dall’esperienza laboratorio, sono stati individuati i temi delle Linee guida. Il Laboratorio ha permesso di:
svelare il progetto di Porcinai come esempio di metodo progettuale
Nel 1948, Porcinai è stato chiamato dall’Amministrazione Comunale a realizzare il giardino/parco urbano in un luogo impervio e inaccessibile, utilizzato come discarica urbana. L’ampliamento della viabilità sottostante e l’apertura di una nuova galleria, imponeva una soluzione paesaggistica di alto profilo. Porcinai, rimodellando la scarpata, è riuscito a raccordare la nuova arteria della mobilità urbana con il paesaggio della città storica esaltato dalla monumentale cinta muraria. Un luogo inospitale veniva trasformato in un accogliente giardino.
creare un deposito per una memoria condivisa
L’Associazione, attingendo ai materiali conservati negli archivi e a testimonianze orali, ha ricomposto un profilo storico della Cuparella e del suo contesto, colmando la carenza cognitiva e di memoria del luogo. La socializzazione della conoscenza diventa precondizione per una effettiva e consapevole partecipazione dei cittadini alle successive fasi di progettazione, realizzazione e gestione degli interventi. La collaborazione della sezione antropologica del Dipartimento Uomo & Territorio dell’ Università degli studi di Perugia, ha permesso di indagare anche le pratiche sociali e le rappresentazioni del luogo Cuparella (narrazioni degli abitanti e degli operatori raccolte dagli studenti del corso di Metodologia della ricerca etnografica). L’Associazione a conclusione dei lavori affiderà alle scuole che si trovano in prossimità della Cupa i materiali e le elaborazioni prodotte per, durante e dopo il Laboratorio. La scuola sarà il luogo, simbolico e vitale, per la socializzazione della memoria come progetto pedagogico/didattico.
scoprire/riscoprire il Giardino della Cuparella attraverso un nuovo sguardo
Nell’ambito del Laboratorio si è preso atto della marginalità attuale del giardino, percepito come degradato e pericoloso, rispetto alla familiarità e alla confidenza di un tempo, emerse dalle microstorie personali e sociali, intrecciate con quelle delle trasformazioni urbane e periurbane (negli anni’50 la Cuparella era la spiaggia dei perugini che andavano a nuotare nella vicina piscina e poi a mangiare all’ombra dei lecci). Si è considerato lo stato di fatto come portato delle trasformazioni avvenute nel giardino quale organismo vivente (la Cuparella si presenta oggi come un sorprendente bosco in città). Lo sguardo poetico del fotografo Laurent Kalfala ha fissato dei momenti segreti del giardino, ha aperto una finestra sulla Cuparella, per offrire alla città uno sguardo altro.
fornire suggestioni e visioni per il futuro
Il parco della Cuparella e le mura urbiche formano un’entità connessa al contesto urbanistico e paesaggistico della città. In continuità con quella che Porcinai definiva “mentalità naturale”, mura e parco insieme agli altri spazi verdi aperti della città (giardini, parchi, boschi, orti, nonché tutti gli spazi di risulta) potrebbero costituire una trama verde dove la Cuparella potrebbe diventare stazione di partenza per un percorso di riscoperta/riconoscimento delle mura, del patrimonio vegetale e botanico, della biodiversità nel paesaggio urbano e periurbano.
ll gruppo di lavoro dell’Associazione Pietro Porcinai che ha ideato e realizzato il Laboratorio è formato da: Elisabetta Cereghini, Mara Filippi, Marina Fresa, Giulia Giacchè, Luciano Giacchè, Sofia Varoli Piazza.