dscn0034Torno adesso dall’aver camminato per la pace nel cinquantesimo anniversario  della Marcia pensata da Aldo Capitini.

Capitini diceva: “La Marcia è più di un congresso, perchè tocca le case, si mostra al popolo, entra nel paesaggio, è atto più che parola. Se noi avessimo detto: ‘Facciamo dei comizi per la fratellanza dei popoli’, molti avrebbero detto che sono i soliti comizi, dove parla uno solo che inveisce contro chi la pensa diversamente da lui! Nella marcia non ci sono capi, ognuno è uguale all’altro, e ognuno può esprimere la sua
aspirazione con un cartello…”.

Ed è questo il bello della Marcia, è aperta a tutti, comunque la si pensi, atei cattolici laici, di destra o di sinistra nelle loro diverse sfumature. Io la faccio da anni e non ho mai visto un gesto sgarbato, non ho mai sentito una frase fuori posto, è evidente quindi che un altro mondo non solo è possibile ma esiste.
In tutta questa armonia però nel 2011 ho visto un neo.
E un grosso neo.
Incomprensibile.
Il percorso della Marcia è stato deviato per fare in modo che il serpentone di manifestanti passasse intorno e davanti all’ Ipercoop.
Al Dio Centro Commerciale non si resiste.
Sopratutto quando si traveste da Centro Commerciale IPERPACE, addobbandosi di bandiere arcobaleno. Può bastare una bandiera? Può bastare un proclama di adesione del tempio del consumismo, del tempio del Dio Denaro a una generica Pace?
Non mi è piaciuto per niente che la Tavola della Pace – organizzatrice della Marcia – abbia avallato questo incomprensibile accoppiamento.
La Pace non c’entra nulla col Denaro, e il Centro Commerciale E’ il Denaro.
Questo connubio mi fa venire i brividi …