Noi di perperugia e oltre siamo orgogliosi di aver organizzato il concerto Voci e mani in canto: nella Basilica Superiore di Assisi le mani, le voci ma soprattutto lo splendido cuore delle ragazze e dei ragazzi dei cori Manos Blancas del Friuli e di Roma hanno incantato le centinaia di persone presenti.
Una gran folla, commossa e partecipe, ha fatto da spettacolare cornice alla festa della cultura e dell’amore.
C’erano tutti, Giotto con i suoi meravigliosi affreschi, Francesco con il suo spirito umile e buono, donne e uomini affratellati dall’ascoltare e, forse per la prima volta nella loro vita, dal vedere la musica disegnarsi sotto le volte della Basilica.
Le voci e le mani bianche ci hanno parlato di solidarietà, serietà, impegno, sogno e, ancora, amore: amore per chi ha diverse attitudini, per chi legge la musica in modi nuovi, per chi è disposto all’ascolto degli altri.
Di certo questo concerto vivrà molto a lungo nei cuori di tutti coloro che sabato 25 febbraio 2012 erano ad Assisi.
E’ imperativo ricordare lo straordinario lavoro fatto dai maestri dei cori, che hanno portato a livello di assoluta eccellenza le capacità delle ragazze e dei ragazzi.
E ringraziamo con tutto il cuore coloro che, istituzioni pubbliche e private, singoli cittadini, ci hanno permesso di portare in Umbria questo splendido esempio di intelligenza.
Una notazione: con passione e bravura i cori hanno eseguito il và pensiero verdiano.
Hanno cantato, con le mani e le voci, ragazze e ragazzi friulani, romani, sudamericani, africani, orientali, dando un esempio indelebile di bravura, ma soprattutto di integrazione e unità.
Alla faccia di chi invece vorrebbe fare del ‘Và pensiero’ il simbolo della segregazione e della divisione: etnica, sociale, politica.
A dimostrazione che l’antidoto alla stupidità e alla incultura è l’amore, per se stessi e per gli altri.
Grazie ancora, ragazze e ragazzi dei cori, per la bellezza della vostra musica, delle vostre mani bianche, delle vostre voci, dei vostri sorrisi.
Avervi ascoltato è stata una festa del cuore.
Marco Pedercini