Come ogni inverno e primavera, dopo ogni pioggia, le strade di Perugia sembrano reduci da un bombardamento.
Piene di buche di ogni grandezza e profondità.
Quindi dopo un po’ sbucano solerti squadre di operai che armati di asfalto e paletta riempiono tali buche.
Ma lo spettacolo è sconsolante.
La squadra dei palettatori in genere è formato da cinque/sei uomini, dei quali uno spaletta e gli altri guardano, commentando e suggerendo e fumando paciosamente una sigaretta.
Il palettatore getta un po’ di asfalto bello granuloso nella buca e poi gli dà una bottarella col dorso della pala per assestarlo.
Dopodichè raccoglie quanto restato intorno e lo getta usualmente nel tombino più vicino.
Se poi un passante, incuriosito, gli fa notare che le strade di Perugia sono veramente un disastro (e dubito che si possa obiettare a questo) la risposta è – testuali parole – “Dovrebbe vedere quelle di Napoli”, se poi lo stesso passante fa notare che buttare l’asfalto caldo nel tombino può otturare lo stesso, la risposta è “tanto va giù”.
Tanta professionalità lascia veramente impressionati.
Così come lascia impressionati e favorevolmente colpiti la perizia con cui queste rappezzature vengono effettuate.
Così tanta, che alla pioggia successiva, le buche si riaprono più profonde che prima, consentendo alla squadra di re-intervenire in un ciclo che non ha fine, ma che certamente fa muovere molto bene l’economia, soprattutto quella dei contribuenti.
E’ probabile che la stessa professionalità venga poi applicata agli scavatori di buche nelle suddette strade per la posa in opera di misteriosi tubi, anche questa un work in progress eterno (quanti tubi mai dovranno essere sotterrati?).
Si tagliano intere porzioni di strade per porre i famosi tubi, si richiude ma in maniera totalmente artistica, non ponendo l’asfalto a livello della strada – piatto – ma con creative creste, onde, concavità e convessità, per la gioia degli automobilisti e dei pedoni (ultima creazione sulla strada di Prepo, tra la scuola e il bowling e in via delle Fonti Coperte).
Quando poi si vuole esagerare in estro artistico accanto ad una buca veramente profonda si mette un bel cartello tondo blu con freccia bianca verso sinistra che avverte l’automobilista di allargare a sinistra onde evitare di spaccare il mozzo delle ruote.
E pazienza se dall’altra parte poi arriva un bus che sbucando dalla curva NON PUO’ vederlo…!
Questo in via Pellas, in alto poco prima del parcheggio di S. Anna, alla fermata dell’autobus, DA MESI E MESI…
E che dire dei marciapiede, così sconnessi da rendere le passeggiate dei bambini in passeggino, degli anziani e dei disabili un divertente percorso ad ostacoli, tra buche e escrementi di cani, teso evidentemente a non farli annoiare nel noioso esercizio del camminare.
Ma per completare il divertimento poi, tutti – automobilisti e pedoni – possono la sera passare in via Pellas dove da 7 (SETTE) anni un lampione psichedelico si accende e si spegne, come in una fantasmagorica discoteca.
Pare, dico pare, che la nuova tariffa sulla spazzatura – che sostituirà la TIA aumentandola (beninteso) utilizzerà quanto in sovrappiù (?!!) per la cura delle strade.
Carlotta