Su richiesta del nostro amico e socio Marco Mandarini, pubblichiamo un suo saggio dal titolo ‘Crisi sistemica e nuovo paradigma’.
Crisi sistemica e nuovo paradigma
Stiamo vivendo un momento nel quale gli avvenimenti si verificano ad una velocità tale da non consentirci quasi di coglierne il senso, abitudini millenarie sembrano svanire nell’arco di pochi mesi e convinzioni secolari crollano come le torri gemelle del World Trade Center di New York. Il 21 dicembre 2012 non è cessata la vita fisica nel nostro pianeta come alcune interpretazioni di antiche profezie ci volevano far intendere, comunque sembra davvero finita una certa idea del mondo così come lo avevamo sempre inteso .
Occorre passare rapidamente da una società egocentrica ad una civiltà eco centrica perché oramai le istituzioni mondiali si trovano in uno stato di disorganizzazione e disintegrazione.
Abbiamo bisogno di un rapido salto evolutivo, non c’è tempo per un cambiamento lento e graduale. E’ come che il nostro pianeta si trovi in mezzo agli spasmi di un parto. Questa “nascita” è stata in qualche modo anticipata nel 1969. Mi riferisco alle prime immagini della terra giunteci dallo spazio, quel pianeta azzurro osservato per la prima volta da quella distanza appariva come una creatura vivente. Quel fatto, in una prospettiva totalmente nuova ha cambiato la nostra percezione della realtà, quelle meravigliose foto ci dicevano che il mondo è uno, bello , ma anche molto fragile. Alla luce di tutto ciò, qual’ è allora il significato vero della crisi che sta colpendo tutti i settori della nostra esistenza? Quello che appare sempre più chiaro, è che la vita che abbiamo scelto di condurre, non è coerente con chi siamo veramente: due sistemi quello della Natura (la Biosfera), e quello della comunità umana che interagiscono sono in conflitto.
La logica dell’avidità e dell’egoismo , da parte di quest’ultima sta alterando in modo irreversibile l’ecosistema, e la conseguenza ce l’abbiamo tutti sotto gli occhi: la situazione ambientale e di conseguenza quella politica e sociale è completamente al collasso, gli attuali stili di vita rischiano di farci regredire antropologicamente. La cecità di chi detiene il potere non li porta a comprendere che la Terra non ha una possibilità di sfruttamento infinita. Molte delle risorse che stiamo pompando, estraendo, tagliando, consumando, bruciando, erodendo e dissolvendo, non saranno più a disposizione per le future generazioni. Siamo la prima specie vivente che si confronta con la propria estinzione provocata dalle sue stesse azioni. La produzione è completamente staccata dalla finanza e il mercato e le istituzioni sono in mano alle multinazionali del petrolio, degli armamenti, dei farmaci, dell’alimentazione, che hanno il solo scopo di fare profitto. Le fluttuazioni finanziarie sempre più imprevedibili fanno capire sempre a più persone che l’attuale meccanismo economico, instabile ed iniquo, deve essere sostituito da un sistema in cui il denaro venga usato per migliorare la vita e dare benessere piuttosto che per fare più soldi.
Non siamo solo di fronte ad un default economico, ma una crisi del sistema che dovrà per forza trasformarsi malgrado la resistenza e l’irresponsabilità delle classi dirigenti. Se il vecchio paradigma non funziona più, dobbiamo cambiare, ma dobbiamo sapere come e cosa cambiare, proviamo a vedere tutto da una prospettiva diversa. Quella che deve essere messa in discussione è la visione materialistica e relativista della vita che viene trasmessa ai giovani nelle scuole, dai mass-media e all’interno delle famiglie; questi sembrano aver perso il senso della sacralità dell’esperienza umana, e parlando con molti di loro si ha l’impressione che loro le loro menti sono condizionate da idee negative: ristrettezza, scarsità, paura di vivere.
Questa concezione artificiale dell’esistenza ha allontanato non solo i giovani, ma le persone da se stesse, creando una specie di ipnosi collettiva. Per fortuna c’è un risveglio nei cittadini, non si crede più che questa sia l’unica realtà possibile e non si vuole più assistere passivamente a violenze, ingiustizie, devastazioni. Si rincorrono sempre meno i falsi idoli, si dà meno importanza agli oggetti di consumo, si sta capendo che quello che conta veramente è essere felici, per questo si cerca di essere autentici nelle proprie scelte. Un nuovo filone di pensiero etico sta emergendo e diffondendosi in tutti i campi superando i vecchi modelli di pensiero cartesiani e newtoniani in grado di promuovere non solo il progresso tecnologico, ma anche quello spirituale. Non è più il momento delle rivoluzioni armate , non funzionano perché i rivoluzionari dopo poco assumono la stessa logica di potere che avevano combattuto, la storia ce lo insegna. Siamo di fronte invece alla rivoluzione della coscienza di cui ogni uomo consapevole è portatore , con la sue energia, con i suoi valori etici, con il suo sguardo d’amore verso la terra, con le sue azioni vere e sincere, con il suo codice d’onore.
La speranza e la salvezza del pianeta risiedono nell’adozione delle nuove conoscenze che affermano che le credenze su cui basiamo la nostra esistenza non corrispondono a verità per questo non funzionano più. Einstein diceva “Non possiamo risolvere i problemi attraverso lo stesso modo di pensare che abbiamo usato per crearli.” Su questa frase dovrebbero meditare le classi dirigenti del pianeta, quando cercano di spiegarci con i vecchi schemi la grave situazione che stiamo subendo. E’ possibile cambiare, ma per fare questo è tempo che nuovi concetti scientifici entrino nel senso comune delle persone, per comodità evidenzierò i più importanti in alcuni punti:
1) L’universo non è un meccanismo, ma un’organismo cosciente, creativo e in evoluzione, in grado di auto-organizzarsi e di auto- regolarsi, questo processo che ha dato origine alla vita umana non è casuale, ma ha una direzione che è quello dello sviluppo della coscienza. E’ necessario che gli uomini del XXI secolo lavorino su un nuovo modello che inserisca l’essere umano all’interno di questo universo vibrante e dinamico, vedendoci come parte di un sistema vivente in movimento con il flusso dell’evoluzione.
2) La fisica quantistica sottolinea che la nostra natura più profonda non è circoscrivibile al corpo fisico. Un secolo fa Planck ed Einstein dimostrarono che ogni cosa nell’universo è fatta di energia e di conseguenza il campo energetico l’unica realtà. E’ il corpo eterico la matrice olografica che fa crescere, modella e sviluppa il nostro corpo fisico, finalmente si comincia a capire che non si può più spiegare la vita all’interno dei vigenti modelli di pensiero deterministici e materialisti, è la coscienza che crea il pensiero, le emozioni e la materia.
3)Ognuno di noi esiste in quanto parte di un sistema globale interconnesso. I corpi fisici sembrano separati, semplicemente perché noi osserviamo solo la luce elettromagnetica , che interagisce esclusivamente con la materia ordinaria (luminosa) solo il 4% di tutta la massa esistente. L’ occhio umano è sensibile solo a una banda ristretta che rappresenta uno spiraglio infinitesimo di tutte le frequenze possibili. Se al posto della frequenza ottica, avessimo i raggi x, infrarossi o ultravioletti ecc.. vedremmo altre realtà nelle quali i campi energetici delle persone sono collegati. Questa ignoranza di fondo, porta molte persone ad agire come se fossero entità distinte, impegnate a soddisfare solo i propri bisogni e pronte a subordinare ogni cosa alla ricerca materiale dell’accumulo immediato di ricchezza e potere.
4)La biologia evolutiva ci dice che la natura segue la massima efficienza e questa si ottiene con la cooperazione delle varie specie . La collaborazione è la molla dell’evoluzione, non la competizione. Recenti scoperte nel campo delle neuro scienze hanno messo in luce l’attività dei Neuroni Specchio che sono sensibili ad interpretare sensazioni intersoggettive immedesimandosi negli stati d’animo del prossimo e che consentono di imparare per imitazione. Questa plasticità è innata nella naturalezza biologica del cervello, sono le cattive abitudini e i dogmi che ne irrigidiscono l’espressione durante l’evoluzione. Quindi l’uomo non è determinato geneticamente quale essere egotico, al contrario è adatto a relazionarsi con gli altri in maniera empatica, percependone i sentimenti di amicizia e di amore, così da divenire capace di emulare i comportamenti, ivi compresi quelli di solidarietà ed altruismo che sono necessari a determinare un futuro comune e condiviso. Un rinnovato sviluppo economico, dovrà avere come base l’empatia sociale fondata sulla solidarietà e la cooperazione.
5) Tutte le correnti psicologiche e psicanalitiche affermano che il pensiero esclusivamente logico basato sulla razionalità dimostra la sua inadeguatezza a capire la realtà che ci circonda, perché non è in grado di cogliere la complessità e la ricchezza della vita. I psicologici sanno che il nostro cervello è concepito per avere automaticamente pensieri positivi e negativi, la psicologia quantistica postula che tutti gli atomi /la materia/ le esperienze siano una manifestazione di un quanto completo con una carica positiva e negativa. I pensieri generati dalla nostra mente danno significato alla materia, quindi se scegliamo di vedere solo il lato positivo di un’idea, o di un’intenzione non cogliamo la totalità del processo. Da questo si evince che per vivere in equilibrio, armonia e grazia, dobbiamo acquisire tecniche e strumenti che collassino all’istante energie positive e negative. Questo spiega perché quando facciamo tanti buoni propositi spesso poi non funzionano, molti credono che pensare positivo può cambiare le cose, ma in realtà Il conscio può fare poco se l’altra parte della mente rema contro. Affinchè il pensiero positivo trasformi la nostra vita, dobbiamo interiorizzarlo, cioè integrarlo con la nostra parte subconscia, diventando così pensiero affermativo. Soprattutto in occidente tendiamo a soffocare continuamente le nostre emozioni con l’intelletto, in questo modo paghiamo un prezzo altissimo alla nostra libertà interiore. Riporto alcune frasi del russo Vadim Zeland, uno dei pensatori contemporanei più lucidi che riassume benissimo questi concetti:
“L’anima (subconscio) può sentire il vento dell’intenzione, ma non è in grado di sistemare la vela per sfruttare questo vento. La vela viene fissata dalla volontà della ragione.” Oppure “L’analisi è un’attività della razionalità. L’anima non sa pensare. E’ solo in grado di vedere e sentire.” Infine “Ogni persona vorrebbe raggiungere i propri obbiettivi. Cercare di raggiungere il fine per vie logiche è assolutamente inutile. La soluzione arriva da sola nell’unità dell’anima e della ragione; quando l’anima comincia a cantare e la ragione comincia a fregarsi le mani dalla soddisfazione, allora ogni giorno è una festa.”
Come possiamo vedere è solo con l’unità organica del corpo, della mente, e dello spirito che possiamo trasformare la realtà.
Per l’establishment scientista e materialista, queste idee costituiscono un anatema, ma è bene ricordare che storicamente le rivoluzioni culturali sono state sempre avversate dalle forze più conservatrici, quattro secoli fa, accadde la stessa cosa con la nuova teoria del sistema solare. In realtà queste visioni , sono le uniche che ci riescono a far intravvedere una via d’uscita allo stallo attuale, superando le impostazioni tradizionali, quelle che fino ad ora hanno bloccato lo sviluppo dell’uomo. In particolare due sono le concezioni che si sono confrontate. La prima è quella dei creazionisti: Dio è un creatore esterno, che dopo aver dato vita all’intera esistenza, osserva la realtà da una dimensione trascendente, in questa visione, i “credenti” nelle varie religioni hanno nel migliore dei casi un ruolo di spettatori passivi, purtroppo in situazioni più gravi, anche recenti, uccidono in nome della divinità. La seconda impostazione dice che l’evoluzione e la complessità biologica è frutto della mutazione casuale, la vita è un fatto puramente fortuito, nata da una serie di cause e concause scaturite dal caso. Ogni cosa vivente è solo materia, una combinazione di materiali ordinari, di elementi chimici e quindi la coscienza delle persone, sarebbe solo biochimica del cervello. E’ chiaro come questa concezione ha alimentato materialismo, cinismo, relativismo culturale. La terza via è quella del principio antropico, lo sviluppo della coscienza umana. Dopo una lunghissima evoluzione durata miliardi di anni, l’universo organico si è configurato fino ad assumere il corpo del suo stesso osservatore. L’uomo è l’espressione più evoluta dell’organizzazione di questa energia, con la sua volontà può decidere il proprio avvenire. Se vogliamo trasformare il mondo dobbiamo prima cambiare interiormente, come? Modificando il modo di guardare noi stessi e le cose che ci circondano, il mondo è uno specchio che ci restituisce perfettamente tutto quello che ci proiettiamo. Questo può essere il tema di un nuovo articolo. Vorrei concludere dicendo che molti di noi stanno lavorando insieme per qualcosa che non abbiamo mai visto prima a nessun livello: una società sostenibile, in grado di evolversi e co-creativa in cui ogni individuo viene incoraggiato a fare e a dare il meglio di sé.