Il dibattito seguito alla presentazione del 2 ottobre, in Aula Magna e poi nella stampa e nei social networks, ha messo in evidenza una diffusa conoscenza sommaria e spesso inesatta della proposta e delle circostanze in cui è maturata. Quindi vale la pena ribadire i punti essenziali.

Il progetto è frutto di una autonoma iniziativa dell’Associazione “Per Perugia ed Oltre”, privo di committenza e quindi totalmente privo di compensi o rimborsi di qualsiasi tipo. Il Progetto è stato messo a disposizione della Città.

Da più parti è stata sollevata la questione cruciale del traffico. Alcuni soggetti, anche influenti, citando uno slogan decisamente improprio (“se si pedonalizza Via dei Fori Imperiali perché mai non si può pedonalizzare Piazza Grimana?”) sostanzialmente mettono sotto accusa l’Amministrazione Comunale per non avere il coraggio e l’immaginazione dimostrata dall’Amministrazione Capitolina.

Noi non abbiamo alcun titolo o interesse a difendere il Comune di Perugia, ma il riferimento a Roma è privo di senso, perché si tratta di situazioni non paragonabili e perché, tra l’altro, sembra che quell’affrettata decisione stia provocando, a una vasta area della capitale, problemi molto seri. Un declassamento del ruolo di Piazza Grimana come nodo ineludibile del traffico del quadrante nord est e nord ovest di Perugia è un tema molto antico e, a tutt’oggi, non risolto. Infatti le tante ipotesi fatte nel corso di molti decenni non hanno trovato applicazione, per i costi molto elevati, per le rilevanti difficoltà tecniche e per l’evidenza che comunque non si sarebbero trovate soluzioni pienamente soddisfacenti.

Noi riteniamo che si tratti di un problema che non potrà essere risolto nel medio periodo. Chi sostiene la favola del Fori Imperiali o altre ipotesi a dir poco fantasiose, dovrebbe impegnarsi a redigere studi seri e documentati per dimostrare poi, nelle varie sedi e magari in una pubblica assemblea, la fattibilità e sostenibilità delle soluzioni trovate e la qualità dei risultati che ne deriverebbero. Iniziative autonome, come è stata la nostra, senza limitarsi a demandare tutto al Comune e senza diffondere tra la pubblica opinione la sensazione che si tratti di problemi risolvibili in tempi e costi ragionevoli. Insomma un altro contributo che la società civile potrebbe offrire alla sua città.

Noi, realisticamente, abbiamo assunto come dato del problema il fatto che ancora per molto tempo il traffico continuerà a scorrere per Piazza Grimana, e ci siamo posti il compito di provare a vedere se la Piazza si può comunque trasformare e migliorare in modo radicale, pur conservando il suo ruolo di collettore dei flussi di traffico attuali. Abbiamo cercato di dimostrare che Piazza Grimana può esprimere, anche nelle condizioni date, il suo formidabile potenziale scenografico e simbolico, oggi mortificato e illeggibile, diventando la Piazza più importante di Perugia insieme a Piazza IV Novembre.

I nostri risultati sono stati resi pubblici, aperti alle osservazioni e alle critiche, che infatti stanno piovendo copiose, alcune favorevoli, altre contrarie, molte frutto di disinformazione o di mancata conoscenza del progetto, in aggiunta alle opposizioni preconcette di chi percepisce il progetto come manovra non trasparente concertata con il Comune. Noi abbiamo il massimo rispetto per l’Amministrazione della nostra città, ma non possiamo che ribadire che questa iniziativa è totalmente autonoma e non concertata con alcun soggetto.

Ci sono i nostalgici dei lecci, del campetto di basket, quelli che vorrebbero una fontana, che dicono che in fondo basterebbe qualche vigile che faccia le multe, che lamentano l’assenza della partecipazione, oppure l’assenza del “contributo corale” in sede di progettazione. Quelli che vogliono il concorso internazionale (su quale base?), ritenendo che quando c’è un vuoto di idee queste pioveranno in abbondanza e a buon mercato tramite una competizione, quelli che trovano l’idea troppo moderna, quelli che invece la trovano poco coraggiosa e citano la piramide del Louvre, quelli che la vedrebbero bene davanti ad una stazione ferroviaria in periferia, quelli che dicono che a Piazza Grimana i bambini non esistono, quelli che dicono che è stato nascosto il Fosso del Bulagaio ecc. ecc.

Insomma un autentico scatenamento a ruota libera di qualunque cosa possa passare per la testa, spesso senza rifletterci troppo, grazie alla immediatezza istantanea concessa dalla comunicazione via web. Sarebbe però auspicabile che si facesse strada il concetto che su temi obiettivamente complessi un minimo di riflessione, di umiltà e di analisi seria sul tema non guasterebbero, Il nostro, giusto o sbagliato che sia, è un progetto. Come tutti i progetti è discutibile e migliorabile. Ma non è, come ora piace dire, un meta progetto o un master plan, cioè un semilavorato su cui sviluppare altre proposte o bandire un concorso, qualcosa che contiene forse spunti interessanti, ma che ora deve essere messo nelle esperte mani degli attivatori professionisti del processo democratico per trasformarlo in un vero progetto per Piazza Grimana. La mitica partecipazione, che inevitabilmente viene subito rivendicata da chi, peraltro, nei tanti mesi in cui il nostro lavoro  si è sviluppato, non ha ritenuto di impegnarsi per produrre un proprio originale master plan o meta progetto che dir si voglia. Eppure dal lontano gennaio molte associazioni hanno partecipato a riunioni dedicate al problema diventato attualissimo grazie all’inizio dei lavori per l’Arco Etrusco.

Quando abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto non ci siamo chiesti quale destino avrebbe potuto avere. Presi dalla bella sfida posta dal tema ci siamo esclusivamente dedicati ad essa, già intuendo che ci sarebbero stati ostacoli burocratico-normativi e che, come sempre avviene, tanto attivismo e impegno avrebbero suscitato, oltre ad apprezzamenti, che ci sono stati, autorevoli e lusinghieri, anche sospetti e malcelata ostilità.

Questo succede spesso, quando dall’incessante coro dei lamenti e delle recriminazioni contro chi amministra un piccolo gruppo di persone si tira fuori e prova ad impegnarsi nel problema che scotta in prima persona.

Riteniamo di aver comunque reso un buon servizio disinteressato alla nostra città, e il fatto che tante persone parlino con riscoperta attenzione di Piazza Grimana è già un risultato.

Invitiamo caldamente a cercare di informarsi e capire prima di emettere sentenze sommarie e definitive, se ne gioverà il tono e la serietà del dibattito appena iniziato.

Pietro Zannetti