Dopo un viaggio di dieci anni e sei miliardi di chilometri, il 6 agosto Rosetta sarà la prima sonda spaziale della storia ad avvicinare una cometa. La missione di punta del programma europeo ESA Horizon 2000, dedicata all’esplorazione dei corpi minori del Sistema Solare, è prossima alla sua fase cruciale.
La destinazione è la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko e l’obiettivo svelare i segreti di questo piccolo nucleo di ghiaccio e della sua chioma. La cometa è un agglomerato di detriti cosmici formatosi 4,6 miliardi di anni fa, quando il materiale della Terra non esisteva ancora e il Sole era una piccola stella appena nata, che potrebbe rivelare preziose informazioni sulla nascita dell’universo.
“Di sicuro scoppieranno dei litigi nel team di Rosetta“, commenta scherzando Amalia Ercoli Finzi, l’ingegnere italiana del Politecnico di Milano responsabile di SD2 (Sample and Distribution Device), una delle strumentazioni made in Italy impiegate nella missione. “Noi ingegneri punteremo a zone più tranquille e meno rischiose, gli scienziati vorranno senza alcun dubbio atterrare nelle zone più impervie e attive della cometa, per studiarne le caratteristiche. Dobbiamo aspettare per vedere chi l’avrà vinta”.