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La mappa, che copre una parte del territorio del Comune di Perugia, mette in evidenza le principali aree destinate ad attività produttive e di servizio. In colore blu sono indicati gli insediamenti più importanti che hanno caratteristiche unitarie e specializzate e sono stati, e alcuni sono tuttora, oggetto di progettazioni specifiche: il Polo Unico Ospedaliero con l’annessa Facoltà di Medicina dell’Università di Perugia a Sant’Andrea delle Fratte, il centro commerciale Ipercoop a Collestrada e il costruendo centro commerciale Ikea a San Martino in Campo.
Le altre aree, con varie colorazioni, corrispondono alle zone che i vari Piani regolatori hanno destinato a questo tipo di servizi: Sant’Andrea delle Fratte, Balanzano, Molinaccio, Ferriera di Torgiano e Collestrada, Ponte Felcino/Ponte Pattoli. Altre aree significative ma più frammentate, come ad esempio l’asse di via Settevalli, non sono state qui considerate.Questo confronto ha lo scopo di mettere in evidenza la consistenza effettiva di queste destinazioni, tenendo conto che le superfici in colore sono quelle già totalmente edificate. Da un semplice raffronto quantitativo emerge che le aree di colore blu rappresentano una modesta frazione del totale, circa il 10%. Il dato è significativo perché in tempi recenti e recentissimi sono divampate polemiche in riferimento al costruendo, ma tuttora in forse, insediamento Ikea, adducendo non solo ragioni protezionistiche a favore delle produzioni e dei commerci locali, ma anche gravi preoccupazioni relative al ricorrente allarme del “consumo di territorio”.
Analoghe polemiche si accesero ai tempi della realizzazione della Ipercoop di Collestrada e, attualmente, nei confronti di un altro importante complesso commerciale da realizzare nel territorio del Comune di Corciano.Non possiamo qui affrontare i temi relativi all’impatto che l’ingresso di queste nuove attività   può avere nei confronti del sistema commerciale e produttivo tradizionale. Possiamo invece affermare che, per quanto attiene alla entità di terreni occupati, cioè al cosiddetto consumo di territorio, non è stata mai posta una seria attenzione sulla effettiva situazione reale, quale emerge da questa semplice mappa. Cioè, a fronte di compatte iniziative unitarie, frutto di progettazione spinta fino al dettaglio, con l’apporto di competenze plurime (dalla analisi del traffico alla consulenza paesaggistica) che poi porta a realizzazioni compiute e coerentemente organizzate, si hanno estesissimi insediamenti cresciuti negli anni in base a sommari e frammentari piani particolareggiati, la cui qualità è facilmente valutabile da chiunque si addentri al loro interno. Reti viarie incongrue e casuali sommariamente illuminate e quasi sempre prive dei complementi più elementari (marciapiedi, alberature ecc.), spesso in stato di degrado dovuto a mancanza di manutenzione o a vero e proprio abbandono, segnaletica selvaggia quando c’è, mancanza o totale inadeguatezza delle prescrizioni in materia di edificazione, con capannoni di tutte le misure e di tutte le fogge con tutti i tipi di recinzione possibili, indifferenti alle altimetrie dei terreni, per cui spessissimo il piano di spiccato degli edifici è di qualche metro più alto o più basso della strada con rampe di accesso talvolta al limite della agibilità, ecc. ecc. Questa realtà, frutto di uno sviluppo pressoché casuale avvenuto nel corso degli anni, è costituita da una immensa consistenza volumetrica che meriterebbe un serio censimento per valutare la quantità di questi volumi effettivamente oggi attiva, considerando gli effetti negativi dovuti alla lunga recessione. Si tratta di oltre 550 ha di territorio, a fronte di meno di 60 ha occupati dai centri commerciali e servizi sopra illustrati.
Le attività produttive e di servizio costituiscono parte rilevante della linfa vitale del Comune, irrinunciabile fonte di lavoro e di prosperità, opportunamente trasmigrate nel corso degli anni dalle antiche botteghe del centro storico a più adeguate sistemazioni fuori della città, ma la loro assoluta importanza e necessità non dovrebbe prescindere dalla attenzione da dedicare alla qualità del loro insediamento, a sua volta fattore di efficienza e di promozione quando è di alto livello.
Le polemiche vivaci e le prese di posizione, anche molto dure e in certi casi irriducibili, focalizzate esclusivamente su quelli che poi in definitiva sono casi di modesta consistenza quantitativa e, piaccia o non piaccia, di apprezzabile impegno formale e organizzativo, sarebbe opportuno che levassero il loro sguardo su un panorama più ampio per cogliere la effettiva dimensione dei problemi.
Pietro Zannetti