E così l’aereoporto di San Francesco (o di Perugia, o di Sant’Egidio…) non è nell’elenco degli aereoporti eletti.
L’atto di indirizzo per la definizione del Piano Nazionale di Sviluppo Aeroportuale emesso dal Governo ieri sancisce il numero – 32 – degli aereoporti da salvare.
Per gli altri il destino appare segnato.
Si salvano Salerno e Pescara, Perugia no.
Giusto qualche giorno addietro sul blog di perperugia e oltre erano apparsi degli interventi critici proprio sull’aerostazione umbra.
Il ministro Passera parla di privatizzazioni.
Ora: chi metterà i soldi?
I 43 milioni spesi per il restyling del San Francesco (o di Perugia, o Sant’Egidio…) chi mai li tirerà fuori?
L’aereoporto fatto con le lego dovrà chiedere alla bimbe a ai bimbi di rompere i salvadanai e investire le paghette nel trasporto aereo?
Oppure inaugureremo la più grande pista di pattinaggio a rotelle d’Europa?
E le persone che lavorano/lavoravano che fine faranno? E i passeggeri ?
E’ pur vero che 109 aereoporti sono tanti anche per l’Italia delle follie fatte con i soldi degli altri, ma prima di spendere e spandere non si sarebbe potuto e dovuto capire che destino era riservato al nostro (nel senso di umbro) aereoporto?
Ora la situazione è grave, i soldi se ne sono andati, tra un po’ anche i vettori low cost spariranno, avremo dato un altro colpo al turismo…
Quindi da aereoporto sbagliato siamo passati ad aereoporto sbagliato e inutile.
A questo punto spariscono anche le parole…
Marco Pedercini