Non si dispiaccia nessuno. Questa non è una presa di posizione pro o contro qualcuno.
Si tratta, viceversa, della necessità di rimettere al loro posto le priorità di un Popolo, di unaNazione, di una Società civile che, nel bene e nel male, ha formato e guidato i destini della Civiltà nel Mondo.
Senza Cultura, il destino di noi tutti è destinato al declino e all’oblio.
Senza passato, non sapremo più dire chi siamo, né chi vorremo ancora essere.
Senza passato, non si costruisce futuro, né si guida il destino.
Senza la nostra Cultura, saremo destinati, piuttosto, ad essere guidati da quella degli altri; rinunciando, forse per sempre, ad alimentare le radici della nostra Storia e privandoci, con ciò, di nuovi germogli e di nuova linfa.
Pompei è paradigma di ciò che ci aspetta se non saremo in grado di inserire il diritto alla Cultura tra le priorità cardine del nostro Paese, assieme a quelle del diritto alla vita, alla libertà, alla salute, alla sicurezza e, ovviamente, al benessere e allo sviluppo, fondati sulla solidarietà.
Metafora di una Società che non riconosce nei Beni Culturali il “petrolio” inesauribile su cui fondare il suo benessere.
Per queste ragioni, Radici di pietra ritiene di doversi unire con forza e convinzione all’iniziativa e partecipare ufficialmente alla manifestazione PORTE CHIUSE, LUCI ACCESE SULLA CULTURA, stringendosi in Piazza della Repubblica attorno al proprio “stendardo”.
Il Presidente di Radici di Pietra
Michele Bilancia