ottavo-quesitoPerperugia e oltre ha pensato di chiedere alle cittadine ed ai cittadini risposte concrete. In effetti da un paio di mesi la città sta dibattendo quello che noi abbiamo chiesto: argomenti non solo attuali ma, come nel caso del riuso delle aree abbandonate, che si riverberano sul futuro di Perugia. Basti pensare a quanto abbiamo scritto a proposito della proposta di graffitare il sottopasso di fontivegge per renderlo sicuro, salvo assistere due giorni dopo alla guerra magrebino-albanese in pieno centro. Le risposte all’ottavo quesito ricalcano ciò che era finora emerso:
i quartieri esterni all’acropoli che si scoprono dormitori senza spazi di incontro, senza più il familiare tessuto di negozi e botteghe, senza luoghi fruibili da bambini e anziani. Inoltre con la sensazione di una progressiva insicurezza.
L’acropoli ed il centro città ritornano giudizi e considerazioni che sono ormai parte del dibattito cittadino: si ritiene grave il degrado del centro storico, lo spaccio incontrollato, l’elevato costo dei parcheggi, l’insopportabile abbandono di tanti edifici storicamente vissuti come parti integranti di Perugia.
Certo sarebbe utile che questo cahier de dolèance uscisse dal borbottio sommesso e si facesse partecipazione attiva, anche per non lasciare la gestione del malessere cittadino in mano ai soliti noti. Sarebbe anche utile che la città si interrogasse sugli appartamenti affittati in nero, sull’uso massiccio di cocaina da parte di una fetta consistente dei perugini, sullo spaccio di alcol serale e notturno da parte di molti esercizi pubblici.
In fondo non ci vorrebbe molto, basterebbe riprendersi la propria città, non accettare passivamente un degrado che non è una maledizione biblica ma il frutto avvelenato di una comunità avviata ad essere composta di sudditi e non di cittadini.
E perperugia e oltre continuerà a darsi da fare.