Avevo una gran voglia, tanta curiosità di vederlo… ma quel che mi è piaciuto è soltanto la mostra dell’architetto Luigi Moretti (1907-1973), magnificamente allestita da Aldo Aymonino, capofila della Seste Engineering Srl.
In quei 400 disegni e nei 50 modelli, Moretti parla con straordinaria unità e precisione un linguaggio
architettonico che Zaha Hadid non sa dove stia di casa… il potente segno dell’architetto iracheno è fatto per stupire e non certo per far riflettere e goderne.
Manca di richiamo, di quella stupefazione che ogni autentica opera d’arte racchiude in sè; di quelle precisazioni, di quei dettagli insospettati, di quelle emozioni che si depositano nella mente come qualcosa a cui non avevi ancora pensato e ti rimangono dentro come un arricchimento piccolo o grande a cui attingere…
2 ottobre 2010
Daria Ripa di Meana
Proprio oggi Zaha Hadid riceve il prestigiosissimo Stirling Prize 2010 del Royal Institute of British Architects per il Maxxi di Roma…