Così ci scrive Don Aldo Antonelli:
‘Non mi sono rimasti più amori in questo ormai desertificato campo della riflessione e del sogno.
L’ho amata, lei, teologa e poeta, fedele e ribelle, pungente e balsamica. L’ho amata.’
Aldo
Ecco l’ epigrafe che lei stessa ha scritto.
Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un’epigrafe d’erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
Adriana Zarri, teologa e scrittrice cattolica