A due mesi dalla prima convocazione (18 gennaio 2010) della Conferenza dei Servizi sul Mercato Coperto, TUTTORA IN CORSO, rivolgiamo alle Associazioni civiche e ambientaliste Italia Nostra, FAI, Legambiente, WWF, La città di tutti, AIPAI, Vivi il Borgo, La Tramontana, Perugia Civica le seguenti due domande:
1) Il progetto in discussione adottato dal Comune è a suo parere, come sostenuto anche da Italia Nostra, da cestinare perchè contrario alla salvaguardia dell’area, pericoloso per lo scavo consistente che presuppone e inaccettabile per le destinazioni d’uso proposte?
2) Riqualificare l’area del Mercato Coperto in che misura, a suo parere, può favorire la rivitalizzazione del Centro Storico?
RISPOSTA AL PRIMO QUESITO di Ilaria Buitoni Borletti, Presidente Nazionale del FAI
Ritengo che il progetto per il mercato coperto sostenuto dal Comune non sia da buttare e offra interessanti spunti.
L’argomento è complesso; comprende vari aspetti: quello della tutela di un bene significativo dell’architettura pubblica della prima metà del ‘900, quello della riqualificazione dell’area, quello amministrativo.
A nostro parere il progetto garantisce la conservazione del bene da un punto di vista esterno (l’interno è già stato rimaneggiato numerose volte) e riqualifica l’area offrendo migliori spazi per il mercato e per il parcheggio.
Si rendono invece necessari chiarimenti, e non si tratta di un aspetto secondario, sul tema della sicurezza, legata alla proposta di uno scavo di importante entità.
Italia Nostra ritiene che sarebbe assolutamente devastante per il Pincetto ricavare edifici ipogei di tale importanza e dimensione essendo l’area soggetta da sempre a problemi di infiltrazioni d’acqua piovana.
Nonostante la società Nova Oberdan abbia prodotto una accurata perizia, perchè non chiederne una ulteriore alla Facoltà di Geologia dell’Università di Perugia? Una specie di arbitraggio pubblico?
Dal punto di vista invece della procedura scelta, pur non essendo una materia di competenza del FAI, ci preme sottolineare che la mancanza di risorse pubbliche a suo tempo ha prodotto la sospensione dei lavori di ripristino dell’auditorium di San Francesco… il ricorso dunque a modelli del tipo Project financing che coinvolgono anche investitori privati non è una strada a priori negativa.
Sempre che vengano rispettati i criteri di trasparenza richiesti da ogni operazione economica pubblica o privata che sia.
RISPOSTA AL PRIMO QUESITO di Roberto Pellegrino, Segretario del Movimento Perugia Civica
Non abbiamo la competenza tecnica per affermare con certezza che l’edifico progettato ACCANTO al vecchio mercato coperto sia “pericoloso per lo scavo consistente”, anche se qualche dubbio potrebbe essere sollevato solo per una questione di buon senso. Siamo però fermamente convinti che il vecchio Edifico del Mercato Coperto necessiti di una ristrutturazione urgente che lo riporti alla sua antica funzione mercatale.
La vera questione su cui si dovrebbe discutere non è di natura geologica ma semmai politica: siamo sicuri che l’ennesimo “ecomostro” di cemento armato, per giunta affogato nel cuore della città antica, sia di pubblica utilità? Non ci risulta che gli uffici comunali siano inondati di istanze cittadine che chiedono con forza l’edificazione di un centro commerciale nel cuore di Perugia, questi semmai chiedono solo di riavere il loro vecchio mercato coperto.
Sorge quindi la domanda: gli amministratori sono espressione dei cittadini che li hanno eletti o manifestano interessi diversi? Nell’invitare i lettori più volenterosi a formulare qualche ipotesi di risposte a questa ulteriore domanda forniamo a supporto qualche elemento di riflessione:
1. il progetto di cui si discute non è frutto di una gara bandita dal Comune ma si tratta di una regalìa della società Nuova Oberdan S.p.A.presentata sotto forma di proposta di project financing.
2. Il progetto è stato dichiarato di pubblica utilità dalla Giunta Comunale (delibera n. 68 del 02.03.2006) senza l’ausilio di alcuno strumento di democrazia partecipata.
3. L’intero progetto ha un costo di 46 milioni, di cui 6 messi dal Comune e 40 dallo stesso Comune sottoforma di cessione del territorio pubblico per un periodo di 50 anni alla società che vincerà la gara di appalto. A questo proposito non è ancora dato di sapere se la Nuova Oberdan o sue correlate parteciperanno alla gara anche se questo appare scontato.
4. In base all’art. 92, comma 5 del decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006, il 2% di 46 milioni di euro sarà corrisposto come incentivo al dirigente comunale nominato Responsabile Unico del Progetto.
Chi vuole capire capisca.
RISPOSTA AL PRIMO QUESITO della Redazione de ‘La Tramontana’
La Tramontana, fin dal suo lancio nel Consiglio grande del giugno del 2006 , si è interessata al progetto, ritenendo ormai non rinviabile il recupero, non solo architettonico, di una parte importante del centro storico e di funzioni commerciali di tipo diverso dai negozi dei grandi marchi nazionali che nell’ultimo decennio avevano sostituito quasi tutti i tradizionali esercizi commerciali di Corso Vannucci e dintorni.
Negli ultimi giorni la stampa ha rappresentato le diverse opinioni come se esistessero due fazioni contrapposte rispettivamente di favorevoli e contrari alla riqualificazione del Mercato, mentre le posizioni sono molto più complesse ed articolate.
Per rispondere al primo quesito, le perplessità de La Tramontana riguardano nello specifico:
1) il metodo
la presentazione del progetto in Consiglio grande non aveva raccolto l’entusiasmo dei presenti e la petizione firmata da 1200 cittdini chiedeva un progetto diverso per il Mercato; ciò malgrado l’Amministrazione non ha aperto una fase di partecipazione per analizzare al meglio le istanze dei cittadini e non ha pubblicato i dettagli del progetto per consentire a tutti la doverosa informazione e continua a rifiutare di diffondere gli atti della Conferenza dei Servizi
2) la destinazione d’uso
il progetto prevede esercizi commerciali di medie dimensioni ed una grande distribuzione alimentare, spazi di analoghe dimensioni in centro sono vuoti, perchè crearne altri? Viceversa non esistono in centro spazi di incontro non commerciali, adatti all’aggregazione di residenti e non, giovani e meno giovani che abbiano voglia di fare qualcosa insieme
3) il rischio idrogeologico
il progetto prevede un scavo di 78 mila metri cubi, profondo 23 metri per la realizzazione di nuovi edifici da destinare in parte a parcheggi che mal si giustificano in presenza del minimetrò. Perchè allora correre questo rischio?
4) la modalità di finanziamento
è forse la vera ragione delle dimensioni del progetto: l’aggiudicatario del projet financing, che prevede lo sfruttamento dell’immobile realizzato per ben 60 anni, deve consegnare un’opera del valore di 46 milioni, se il valore delle opere fosse più basso gli anni di concessione potrebbero essere di meno e, in assenza dei parcheggi, anche la rendita commerciale potrebbe essere nettamente inferiore: insomma un investimento più basso ma con un rischio molto più alto.
mentre non riguardano
1) l’aspetto architettonico, dato che non è possibile esprimersi su ciò che non si conosce
2) la necessità di riqualificazione della struttura, che anzi diventa sempre più urgente all’aumentare del degrado che la interessa.
RISPOSTA AL SECONDO QUESITO di Ilaria Buitoni Borletti, Presidente Nazionale del FAI
Penso che non basti un progetto per rilanciare il centro storico, ormai ammalato da anni.
Certamente però la riqualificazione dell’area potrebbe essere un elemento a favore di una ripresa di vita.
Dal punto di vista delle destinazioni d’uso del progetto ci pare un pò povera la proposta: manca una riflessione sugli spazi da dedicare ad attività pubbliche o sociali.
La proposta commerciale inoltre ha poco di innovativo: ci eravamo fatti portatori dell’idea del Mercato della Filiera corta che darebbe ai perugini la possibilità di accedere a prodotti alimentari che per la loro prossimità alla produzione garantirebbero costi contenuti e qualità. Si potrebbe anche pensare ad un accordo con Slow food per un presidio di prodotti umbri doc e un ristorante di soli prodotti biologici; questo sì, sarebbe un richiamo e differenzierebbe l’offerta..!
Quanto alle attività pubbliche e sociali da ospitare in quegli spazi anche qui avrei molte idee…
RISPOSTA AL SECONDO QUESITO di Roberto Pellegrino, Segretario del Movimento Perugia Civica
Sottolineiamo che l’area attorno al mercato coperto è stata già oggetto di una estesa sistemazione con la costruzione della stazione “pincetto” del minimetrò, mentre l’EDIFICIO del mercato coperto necessita di una urgente opera di ristrutturazione. Questa dovrebbe puntare a ridare al mercato la sua antica funzione mercatale creando spazi espositivi per il commercio di oggetti artigianali e prodotti alimentari con una impronta fortemente locale, includendo ortaggi biologici a “chilometro zero” ad uso e consumo dei cittadini di Perugia, prima che degli eventuali turisti.
Inoltre, poichè riteniamo che le caratteristiche culturali di una città in grado di attirare turismo non sono espresse solamente dal suo patrimonio di palazzi storici, monumenti o opere d’arte ma anche dall’intreccio di relazioni e interazioni che si stabiliscono tra i suoi abitanti, riteniamo che la ristrutturazione del Mercato Coperto debba prevedere anche uno spazio di aggregazione sociale in cui tale cultura localmente prodotta possa essere liberamente espressa.
Queste caratteristiche a nostro parere sarebbero in grado di rivitalizzare il centro storico e attirare un certo grado di residenzialità di famiglie e non solo di studenti.
Infine, siccome le associazioni ambientaliste sono accusate di “fare solo critiche” proponiamo di seguito una ipotesi di soluzione concreta al problema del mercato coperto: l’amministrazione ha impegnato sull’operazione Mercato Coperto ben 6 milioni di euro. A questa cifra potrebbero essere aggiunti ulteriori 3 milioni se si rinuncia a realizzare i nuovi percorsi meccanizzati di Porta Sole e via Pascoli, altra “grande oprea” di dubbia utilità. Così facendo si potrebbe contare su un totale di 9 milioni di euro. A questo punto il Comune potrebbe bandire una gara pubblica per un progetto di ristrutturazione dell’edificio del mercato Coperto che abbia come tetto massimo di spesa 9 milioni di euro. Nella scelta del progetto migliore potrebbero essere coinvolti anche i cittadini medianti processi decisionali inclusivi.
RISPOSTA AL SECONDO QUESITO della Redazione de ‘La Tramontana’
Per rispondere al secondo quesito partiamo invece dall’ espressione “marketing urbano”, che ricorre spesso nei discorsi dei nostri amministratori. L’operazione Mercato Coperto potrebbe a ragione essere inquadrata in questa categoria, nel senso proprio di vendita sul mercato della città, un centro-città pensato per il turismo mordi e fuggi, un centro luna park dove, dopo il “brucomela-minimetrò”, il mercato sarebbe l’ennesima attrazione.
Perugia ha una storia millenaria ed è, di per sé, un’attrazione, ma rischia di diventare una città fantasma se i cittadini continueranno ad abbandonare il suo centro storico. Le cause di questo esodo sono varie e non solo recenti e non è questa la sede di analizzarle, ma quello che è certo è che per individuare la terapia si deve prima fare la diagnosi, altrimenti qualsiasi intervento rischia di essere un palliativo. Le esigenze della politica, specialmente negli ultimi anni, sono state quelle di ottenere il consenso e non sempre le azioni lungimiranti sono facilmente apprezzate: occorre trasparenza e partecipazione, onestà intellettuale e tanto impegno se vogliamo salvare il nostro malato.
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