GABRIELLA WEBParlare di nuovi figli implica parlare di nuovi padri e di nuove madri; implica quindi indagare almeno qualche traccia di queste nuove soggettività, inscritte nello spirito del nostro tempo attuale, nella sua cultura e nelle nuove forme di legame sociale. Oggi siamo schiavi di alcuni imperativi influenti. Uno di questi è l’imperativo alla magrezza e l’altro è l’imperativo all’omologazione e alla connessione permanente. Su tutti trionfa quello di godere senza limiti, in un delirio di diritti, in penuria di doveri. Il genitore contemporaneo tende ad obbligare i nuovi figli a essere prevedibili, rassicuranti e soprattutto comuni. Così anche le malattie postmoderne sono progressivamente diventate di massa, livellatrici e globali: spesso ulteriori occasioni di conformismo e di uniformità. I cosiddetti adulti – ricattati dalla fretta e dall’insoddisfazione, per lo più fragili e impauriti dalla domanda delle nuove generazioni – tendono a scaricare i giovani nel mondo delle scelte e dei valori come puri oggetti di serie, destinati a galoppare in un rapido e frastornante autoconsumo. E così nello stesso tempo in cui si rottamano i vecchi, si deprezzano i giovani, col rischio che Eros e Tanathos compiano tristi orge su anime e corpi intossicati e trafitti da sciagurate vertigini. Questo incontro si dedicherà ad analizzare e a interrogare alcuni tratti distintivi dei figli contemporanei, proponendo qualche nuova riflessione e qualche possibile luce al loro smarrimento e alla loro impotenza. Farà seguito a questo discorso un coro di pensieri e di domande, preparati ed elaborati da un piccolo gruppo di giovanissimi e di meno giovani, a cui la relatrice si ripromette di provare a rispondere.

Gabriella Ripa di Meana