Il 29 ottobre scorso si è tenuto alla Sala Alessi di Palazzo Grossi il primo incontro del Laboratorio “Il giardino nel tempo” dal titolo “Storie, analisi, progetti” nel corso del quale si è focalizzata l’attenzione sulle modificazioni intervenute nel tempo nell’ambito urbano della Cupa (oggi Campaccio) e nelle sue relazioni con la città, analizzando il progetto di riqualificazione in atto e quello di Pietro Porcinai.
Si sono incontrati i punti di vista, le idee, le istanze di molteplici soggetti.
Dal Comune di Perugia, rappresentato da Sergio Asfalti, Gabriella Agnusdei, Enrico Antinoro, Paola Bartoloni, Maurizio Borghi, Alberto Corneli, alle Associazioni culturali Pietro Porcinai, Perperugia ed oltre, Radici di Pietra che hanno visto la partecipazione di Mara Filippi, Marina Fresa, Sofia Varoli Piazza, Luciano Giacchè, Giulia Giacchè, Daria Ripa di Meana, Monica Marchesini, Mario Pertosa, Michele Bilancia, Katia Bennati, al mondo accademico con Tessa Matteini, Massimiliano Minelli, Andrea Pochini, Rudy Trapassi.
Tra i presenti anche Ilaria Borletti Buitoni, Presidente del FAI, Marcello Archetti e Walter Cardinali.
Per brevità riportiamo una sintesi degli argomenti trattati organizzandoli per temi.
La città e l’urbanistica
Già nel primo Piano Regolatore di cui la città si dota nel 1931 (mai adottato), nel quale rimangono inalterate le mura di cinta e i fossi, si prevede la sistemazione a parco dell’area della Cupa. Il PRG redatto da Bruno Zevi, Mario Coppa, Francesco Zanetti e Giuseppe Grossi nel 1956 ripropone sostanzialmente le indicazioni del primo. Tuttavia la realizzazione della galleria Kennedy (ottenuta congiungendo due rifugi antiaerei) introduce un elemento di forte cambiamento nell’area. La Cuparella, unico punto in cui le mura urbiche medioevali coincidono con quelle etrusco-romane, viene riqualificata dall’intervento di Pietro Porcinai il quale assume la galleria come elemento di “modernità” in grado di dialogare con le mura e il paesaggio che la accoglie. Il grosso sviluppo edilizio degli anni Sessanta interessa solo marginalmente l’area. Nel frattempo, la costruzione del palazzetto dello sport e della piscina fanno del parco un luogo frequentato dai perugini soprattutto durante l’estate, una sorta di spiaggia. Negli anni Ottanta l’area fino ad allora usata come risalita al centro città viene marginalizzata per la realizzazione di nuovi percorsi (scale mobili, parcheggi a ridosso del centro storico) che accentuano la tendenza della città, consolidata nei secoli, a favorire i flussi lungo la direttrice Nord-Sud. Oggi l’introduzione della nuova infrastruttura del Minimetrò rilancia la direttrice trasversale ed apre la possibilità di riannodare il filo delle fasce verdi fin nel cuore dell’urbe.
Le mura
Le mura sono un elemento di fondamentale importanza nell’identità della città. La consapevolezza di questo è testimoniata dal fatto che Perugia sceglie di conservarle mentre altrove vengono abbattute. Le mura quindi, quale limite o tramite tra la città storica e l’esterno, devono essere oggetto di una riflessione strutturata e non occasionale. Indicazioni della Soprintendenza prevedono la possibilità di aprire dei coni visivi da via Pellini verso di esse. Questa idea non trova seguito nel dibattito dal quale emerge che la prospettiva nei disegni di Pietro Porcinai è a volo d’uccello, quindi la visibilità delle mura non va cercata da via Pellini bensì dal Campaccio stesso e da lontano, oltre che dalla loro sommità.
Il giardino
Un workshop condotto alcuni anni fa da Tessa Matteini nel CdL Specialistica in Scienze della Gestione del Paesaggio, utilizza per lo studio del luogo il metodo dell’analisi inventiva. Si esaminano i documenti d’archivio e si studia la percezione che dei luoghi ha Pietro Porcinai attraverso l’ausilio delle foto dei suoi sopralluoghi. Questa analisi oggi necessita un approfondimento essendo preliminare a qualsiasi intervento. Il workshop esamina inoltre il giardino della Cupa nel contesto dell’intero sistema degli spazi aperti a ridosso delle mura della città. Un obbiettivo individuato è di favorire la biodiversità oltreché biologica anche d’uso e sociale.
La vegetazione e la gestione del verde urbano
L’assetto vegetazionale del parco della Cuparella è a tutt’oggi quello di Porcinai. Il solo intervento progettato dal paesaggista toscano e non realizzato è la bordura arbustiva prevista sotto le mura. Dai documenti d’archivio del Comune di Perugia del 1949 risulta che non si è riusciti a trovare in commercio gli esemplari di juniperus previsti. Il progetto in corso non contempla interventi significativi sulla vegetazione. Uniche novità: l’inserimento di alcune specie fiorite e profumate, un melograno e ad un albero di giuda, inseriti a partire dalle richieste dei bambini delle scuole che desideravano un “giardino colorato e profumato”.
Porcinai e il progetto per la Cuparella
In Umbria Porcinai cura 49 progetti (tra realizzati e non), tra essi alcune delle sue rare sistemazioni di spazi pubblici. La città di Perugia ricorre a Porcinai per la sistemazione di Piazza Fortebraccio, Piazza d’Armi e i giardini della Cupa. Questi ultimi prima del suo intervento sono uno spazio di risulta inaccessibile. Nella sistemazione ideata dal paesaggista la parte alta del fosso, resa raggiungibile dalla soprastante via della Cupa grazie alle nuove scale appoggiate ad una torre medievale addossata alle mura etrusco romane, viene organizzata come giardino pubblico. Riguardo alle essenze scelte, nel verbale della Commissione Edilizia si precisa che “La disposizione delle diverse qualità di piante è stata prevista tenendo presente: a) il rispetto delle parti di particolare rilievo artistico delle mura urbiche; b) gli effetti del colore; c) la creazione di una buona visuale prospettica”.
Il progetto in corso di realizzazione
L’Amministrazione Comunale si dice disponibile a rivedere alcune delle scelte progettuali fatte, fermo restando il completamento dei lavori già in corso relativi alla pavimentazione di via Pellini. Il processo di progettazione partecipata, elemento di novità per l’Amministrazione, ha individuato desideri e aspettative della popolazione che indubbiamente confliggono con la conservazione del giardino così come progettato da Porciani. La realizzazione dell’anfiteatro nasce dall’esigenza di inserire nuove funzioni nel parco nell’ottica di una sua rivitalizzazione. L’Associazione segnala la presenza di una fontana progettata da Porcinai che il Comune si impegna a restaurare. Rimangono aperti alcuni interrogativi in merito al mantenimento o meno dell’area giochi, all’inserimento della fontana disegnata dagli studenti dell’istituto d’arte, all’eventuale eliminazione della recinzione della Postierla, alla protezione del giardino da atti di vandalismo.
Presentiamo infine alcune frasi che ben raccontano le “conclusioni” cui ha portato il primo laboratorio sui giardini della Cupa:
• Sia il giardino che le mura non stanno bene. Un progetto di recupero deve prendersi cura di entrambi.
• Perugia possiede un… Pietro Porcinai!
• L’analisi visuale deve essere uno degli strumenti progettuali.
• Occorre riflettere non sul singolo elemento ma sull’isieme della struttura paesaggistica.
• Dal 1948 le abitudini sono cambiate, così come i modi di usare il giardino e di vivere la città
• È necessario ripensare le funzioni e definire un processo di gestione per governare le trasformazioni.
RINNOVIAMO L’APPELLO DI MANDARCI LE VOSTRE FOTO DI FAMIGLIA SCATTATE NEL GIARDINO DELLA CUPA E I RICORDI DI VOSTRI MOMENTI SPECIALI VISSUTI NEL GIARDINO
Potete inviare le foto (accompagnate da una didascalia esplicativa e dalla data, anche approssimata, in cui sono state scattate) e i vostri ricordi legati al giardino della Cupa (max 2000 battute) a info@perperugia.it. Se preferite la forma cartacea, potete inviare le vostre foto all’indirizzo Associazione Perperugia ed oltre, Piazza Ansidei 4, 06123 Perugia o portarle a Foto Ottica Fratticioli, Piazza Italia 10 che le riprodurrà anche in mancanza di negativo.