Una partecipazione straordinaria, sia dal punto di vista quantitativo (almeno 400 persone) che da quello qualitativo (tanti interventi, ordinati e di qualità).
E’ certamente molto positivo il bilancio della prima assemblea cittadina “Insieme contro le mafie. Il territorio bene comune da difendere”, questo il titolo scelto per l’incontro organizzato venerdì 4 novembre da Libera Umbria a Ponte San Giovanni, con la preziosa collaborazione dell’Associazione locale Pro Ponte, a seguito dell’allarme generato dall’operazione Apogeo.

“Qui a Ponte San Giovanni l’acquisizione da parte della camorra di trecentoventi appartamenti dell’area ex Margaritelli mette paura. E’ un momento di crisi e  tanti appartamenti non si vendono con facilità” ha detto Walter Cardinali, Coordinatore di Libera Umbria, nella sua relazione introduttiva. “E’ possibile che i clan non pensino solo al riciclaggio, ma a un insediamento stabile” ha continuato Cardinali. “Lo hanno già fatto nel Pavese e nella Brianza. Si avvalgono di occhi e menti che studiano i  territori per cercare spazi da conquistare e hanno al servizio professionisti senza scrupoli che guidano e orientano. Cominciano con una lottizzazione, per esempio. Poi vi creano intorno un alveare di attività, di imprese, di traffici leciti e illeciti. L’obiettivo non è, come nelle regioni d’origine, la conquista di interi territori, ma l’acquisizione, a macchia di leopardo, di zone franche. Piccole ma tuttavia sufficienti a creare un’infezione. L’illegalità genera illegalità, crea complicità. Ove c’è mafia non manca mai la corruzione politica e amministrativa.

Di partecipazione come anticorpo contro le infiltrazioni mafiose ha parlato il Procuratore della Repubblica di Terni, Fausto Cardella che ha anche evidenziato come sia una “buona notizia” il fatto che l’operazione Apogeo abbia confermato che in Umbria funzioni il livello di vigilanza delle forze dell’ordine e che la situazione degli enti pubblici locali sia buona.
Al tempo stesso però il magistrato ha messo in guardia sul fatto che le infiltrazioni sono molto difficili da prevenire, anche perché in un momento di crisi economica per gli imprenditori il denaro facile delle organizzazioni criminali può essere molto appetibile, anche se poi si rivela sistematicamente una “polpetta avvelenata”.
Insomma, Cardella invita all’equilibrio: niente allarmismi, ma è da evitare ad ogni costo una sottovalutazione del fenomeno.

Un invito, quello del Procuratore di Terni, lanciato anche nel dossier curato da Libera Informazione sulle mafie in Umbria.
A parlarne, durante la serata, Norma Ferrara, curatrice dell’approfondimento realizzato dall’Osservatorio sull’informazione per la legalità e contro le mafie, fondato da Libera.
“Le mafie – dichiara la Ferrara – hanno scelto anche l’Umbria come terra per riciclare denaro sporco, sfruttando anche i guadagni di business longevi nella Regione: quelli del traffico di droga e della prostituzione. E poi negli ultimi anni, puntando molto sull’usura. In Umbria – continua la redattrice dell’Osservatorio di Libera- esistono vere e proprie reti usuraie ben note ma questo reato rimane ancora un tabù, anche per chi né è vittima. In Umbria – conclude Ferrara – è in corso una graduale mafizzazione della Regione, come confermato dal Magistrato di Perugia, Anna Duchini, che ha seguito tutte le principali indagini su riciclaggio e mafie in Umbria. E quello che è accaduto a Ponte San Giovanni è proprio sintomatico di questa aggressione invisibile e lenta. Ma costante. Negli ultimi anni, però, come dimostra anche il lavoro fatto dalla rete di Libera in Umbria, la società civile sta rispondendo a questo tentativo di penetrazione delle mafie, chiedendo maggiore informazione, più strumenti di  formazione e contrasto al fenomeno.

Poi la parola è passata alle cittadine e ai cittadini di Ponte San Giovanni.
Diverse le richieste di chiarimento al Procuratore Cardella sulla normativa che regola la confisca dei beni sequestrati alle mafie, mentre molti altri interventi hanno evidenziato una
critica all’Amministrazione per le scelte di urbanistica operate per il quartiere che hanno portato ad una “cementificazione senza qualità”, come l’ha definita Walter Cardinali di Libera, il tutto – come evidenziato in diversi interventi – con un coinvolgimento solo formale dei residenti da parte dell’Amministrazione.

Un’accusa questa che il Sindaco di Perugia Vladimiro Boccali ha però rigettato.
Il primo cittadino, dopo aver ascoltato tutti gli interventi, ha chiesto la parola (era ormai mezzanotte passata) e ha illustrato le azioni che il Comune ha messo e sta mettendo in campo in materia di sicurezza, negando che la Giunta precedente (nella quale Boccali era Assessore all’Urbanistica) avesse “costruito quei palazzoni passando sopra le teste dei residenti”.
Qualche apertura, invece, sulla richiesta di Libera di dotare l’Amministrazione comunale di una Commissione Antimafia (sulla scia di quanto già fatto in Regione).”Valuteremo anche questa possibilità”, ha detto Boccali.

Prima del Sindaco aveva preso la parola anche Paolo Brutti, Presidente della Commissione Antimafia della Regione.
Brutti, pur non volendo entrare nei dettagli per ragioni di riservatezza, ha lasciato intendere che ci sono buone possibilità che la proprietà degli immobili dell’area ex Margaritelli-De Megni risulti ancora in mano all’impresa Palazzetti, perché la cessione all’azienda-fantasma svizzera, copertura dei casalesi, potrebbe essere di fatto nulla.
Una possibilità che naturalmente  aprirebbe scenari diversi e semplificherebbe di gran lunga il processo di sblocco del bene (ovvero dei 300 appartamenti sequestrati).

Al termine dell’assemblea Libera Umbria ha ribadito il suo impegno: farsi promotrice, insieme alla Pro Ponte e a tutti quei soggetti che lo vorranno (singoli cittadini, associazioni, istituzioni), di un COORDINAMENTO PERMANENTE di informazione e partecipazione per “difendere il bene comune territorio” da tentativi di infiltrazione mafiosa che purtroppo si fanno, anche nella nostra Regione, sempre più frequenti.