Così scrive Vittorio Sermonti, il più grande divulgatore vivente della Commedia di Dante, su La Repubblica del 24 novembre 2010.
Caro Direttore,
parliamoci chiaro: che schifo!
Giustamente il mondo si scandalizza di Napoli per colpa… Già, per colpa di chi?
La risposta è facilissima: la colpa è loro.
E chi sono questi «loro»?
Sono gli altri: i politici, gli affaristi, la malavita organizzata: insomma, tutti tranne noi, tranne me.
Un paio d’anni fa, alla prima deflagrazione della crisi «monnezza», ricordo un comico capopopolo esortare i napoletani a non andare a votarli, quei «loro» che erano — e, a quel che vedo, sono ancora — così inetti e mascalzoni da non saper risolvere lo schifosissimo problema che umiliava e continua a umiliare tanti cittadini innocenti e tanti elettori potenziali.
E bravo, quel comico!.. I comici, come si sa, tendono ad aver sempre ragione, perché non sono mai «loro», sono sempre «noi»: infatti siamo noi a designarli e ad eleggerli con le nostre risate espiatorie.
E’ che sono un moralista? Ipotesi che non mi scandalizza, epiteto che non mi offende affatto.
In tutti i casi, chi se la passa benone in un’Italia come questa — comico, opinionista, architetto, ad, pr, calciatore, fisico nucleare, broker, direttore d’orchestra o ministro della Repubblica — potrebbe avere la decenza di non chiamarsi fuori dalle magagne, dalle bassezze, dalle puzze che affliggono i suoi connazionali, magari cadendo dalle nuvole un giorno sì un giorno no.
Si vergogni un po’ anche lui.
Sebbene non particolarmente oberato dagli oneri del privilegio, io, in Italia, me la passo abbastanza bene: e mi vergogno.
Di cosa? Di non fare niente per tanto oltraggio.
Ma che cosa uno come me potrebbe fare? Probabilmente niente.
Allora diciamo: mi vergogno di non poter fare niente per l’amatissima, per la bellissima, per la sciaguratissima città di Napoli.
E non mi vergogno di vergognarmi.
Se non funziona nulla in questo paese, è segno che non funziono nemmeno io.
C’è qualche altro «privilegiato» che sottoscriverebbe queste righe, avendo la faccia tosta di sperare?
Fossimo in molti, forse qualcosa da fare per debellare questa vergogna insopportabile si troverebbe.
CHI CONVENISSE CON IL CONTENUTO DI QUESTA LETTERA POTREBBE MANIFESTARE LA PROPRIA ADESIONE SCRIVENDO A: larepubblica@repubblica.it ALL’ATTENZIONE DEL DIRETTORE EZIO MAURO