Un dossier molto interessante di FAI e WWF traccia una mappa delle aree maggiormente colpite dal processo di cementificazione e consumo del territorio. Un fenomeno che, specie negli ultimi anni, mostra una nazione consumata dalle lobby del cemento e porta ad una continua perdita di territorio.
La stima, emerge da un’indagine condotta su 11 regioni italiane: Umbria, Molise, Puglia, Abruzzo, Sardegna, Marche, Valle d’Aosta, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia.
Il consumo sfrenato del suolo rende il nostro territorio fragile e più povero di risorse, ciò significa per l’uomo meno sicurezza e minore possibilità di sostentamento, inoltre deturpa il paesaggio ed ha ricadute significative su biodiversità, clima, assetto idrogeologico, energia, economia.
(tratto da www.wwf.it)
Tra le proposte di FAI e WWF contenute nella road map per fermare il consumo del suolo ci sono:
– severi limiti all’urbanizzazione nella nuova generazione di piani paesistici e, in attesa della loro definitiva redazione, chiedere una moratoria delle nuove edificazioni su scala comunale;
– il censimento degli effetti dell’abusivismo edilizio su scala comunale per contrastare più efficacemente il fenomeno;
– dare priorità al riuso dei suoli anche utilizzando la leva fiscale per penalizzare l’uso di nuove risorse territoriali;
– procedere ai Cambi di Destinazione d’Uso solo se coerenti con le scelte in materia di ambiente, paesaggio, trasporti e viabilità.
E ancora:
– rafforzare la tutela delle nostre coste estendendo da 300 a 1000 metri dalla linea di battigia il margine di salvaguardia;
– difendere i fiumi non solo attraverso il rispetto delle fasce fluviali ma con interventi di abbattimento e delocalizzazione degli immobili situati nelle aree a rischio idrogeologico;
– farsi carico degli interventi di bonifica dei siti inquinati, escludendo che i costi di bonifica vengano compensati attraverso il riuso delle aree a fini edificatori.