A proposito di Free Palestine a Torino contro Amos Oz…
‘Contestare Amos Oz per contestare la politica di Israele è come avere contestato, a suo tempo, Ernest Hemingway per la guerra di Corea, o Italo Calvino per la politica dei governi democristiani.
Un assurdo in termini politici e logici: eppure è accaduto a Torino, ai danni di uno scrittore luminoso e di un uomo pacifico e sensibile al quale può essere imputato solo di essere israeliano (così come a Hemingway di essere americano e a Calvino di essere italiano).
Con l’ aggravante che l’ imputazione, nel caso di un cittadino di Israele, finisce per essere sgradevolmente sospettabile di pregiudizio razziale.
Poiché la questione mediorientale è gravida di morte e di dolore, gli schiamazzi incongrui sono particolarmente inopportuni.
Più grave e più umanamente aspra è una contesa, più i toni dovrebbero farsi ugualmente gravi (la gravitas è una virtù, nonché un tono retorico, che non si concilia con le urla e la superficialità).
In giro ci sono troppe Vestali dell’ Indignazione che CONFONDONO IL VOLUME DELLA VOCE e i toni rissosi CON LA FORZA DELLA PAROLA e la giustezza delle cause.
Ma la parola, dai loro rumorosi attacchi, esce indebolita, e la causa disonorata’.
perperugia e oltre ha in animo di organizzare un incontro (maggio–giugno 2011) tra lo scrittore Amos Oz e Sari Nusseibeh, Rettore dell’Università Araba di Gerusalemme