Dieci giorni orsono avevo fatto delle considerazioni su Paola Rocca – detta Paolina – e le sue pessime condizioni.
Ora pare che qualcosa si stia muovendo, pare…
Se aveste un’ amica, una cara amica, una amica del cuore voglio dire, e questa amica andasse in depressione?
Spenta, sciatta, sporca, trascurata, negletta e dimenticata da tutti? Beh, la nostra cara paolina rocca è ridotta veramente maluccio!
Anzi, male e basta…
Immaginate per un momento se in una qualunque città tedesca o francese avessero la fortuna di avere un gioello architettonico come la nostra Rocca Paolina.
Immaginate come questo gioello sarebbe tenuto, valorizzato, curato, coccolato.
Come questo gioiello costituirebbe una ricchezza continua per la comunità.
E invece la Rocca Paolina vive un paio di volte l’anno, per le strenne natalizie e per la fiera del formaggino.
Il resto dell’anno è attraversata a passo veloce dai perugini, che non alzano più lo sguardo e cercano di superare in corsa i turisti. E la nostra povera paolina invecchia triste, solitaria e finale.
Anche perchè le luci, le luci!
L’illuminazione sembra studiata in modo tale da abbagliare o nascondere, tanto che i meravigliosi particolari architettonici scompaiono inesorabilmente.
Totalmente assenti tabelle che ci narrino cosa accadeva in quegli spazi, che ci illustrino il quando ed il perchè.
Provvisori – e quindi eterni!- pannelli di tristissimo compensato celano spazi che immaginiamo ma che mai vedremo.
La cannoniera ha soffitti di plastica, dato che ci piove dentro.
E a proposito di soffitti, quelli delle scale mobili ci mostrano ragnatele lasciate dalla famiglia baglioni.
Per non dire della piazzetta antistante Porta Marzia, altro tesoro inestimabile ridotto a toilette per cagnetti.
Ora, la Paolina è di tutti i cittadini: ma che farne?
E’ concepibile che un tale tesoro vivacchi solo per essere attraversata da frettolosi e distratti passanti?
Valorizzarla, questo è il problema!
Se poi si pensi per un solo momento che a pochi metri c’è l’ex carcere, altro spazio immenso e ad assoluta vocazione pubblica, e a cosa si potrebbe fare unendolo alla nostra povera Paolina!
Dimenticavo: notate il magnifico cartello esplicativo dell’antico giuoco del pallone, scritto probabilmente da un famiglio dei Baglioni.
O i mattoni sbeccati al termine delle scale mobili.
O i simpatici rampicanti sempreverdi che nascondono le mura.
Ma soprattutto: può Perugia fare finta che Paolina non esista?
Che sia solo un prolungamento del pubblico parcheggio?
I tesori in città ci sono, rispettarli è un atto d’amore per la città (e per tutti noi).
Marco Pedercini