DOMANDA N°3: MIGRANTI
Del sistema degli ‘alberghi diffusi’ (riqualificazione cioè del patrimonio edilizio pubblico non utilizzato) per una prima accoglienza ai migranti.
Cosa ne pensa?
RISPOSTA di FIAMMETTA MODENA (PdL):
Credo questa non sia una priorità. La priorità è invece rappresentata dai bisogni che hanno le famiglie umbre.
In questo senso applicheremo il Piano casa con una revisione di percentuali di ampliamento e zone rurali.
Nei giorni scorsi alla presenza del Sottosegretario di Stato Carlo Giovanardi abbiamo lanciato il Patto per la vita e la famiglia fondato su principi non negoziabili con il quale ci impegnamo a valorizzare e tutelare la famiglia fondata sul matrimonio e ad attuare con rapidità la legge sulla famiglia approvata dal Consiglio Regionale dell’Umbria con i voti determinati del centrodestra.
Il patto prevede il finanziamento di iniziative per conciliare tempo di vita e di lavoro, la promozione di iniziative per le politiche familiari e sopratutto il fondo di garanzia di credito per i nuovi nati che favorisce l’accesso al credito rilasciando garanzie dirette alla banche e agli istituti finanziari.
Questa partita si aggiunge a tutti i provvedimenti che noi andremo ad assumere per tutelare la donna che lavora a cominciare dalle cosiddette mamme di giorno, donne che ospitano i bambini a casa propria, e il sostegno formativo alle donne che hanno preso congedi parentali, o che sono rimaste a casa per assistere un anziano o una persona non autosufficiente, allo scopo di aiutarle a inserirsi nuovamente nel mondo del lavoro.
RISPOSTA di CATIUSCIA MARINI (PD):
Penso sia una idea buona e realizzabile. In Umbria, per fortuna, non siamo all’anno “zero” nella cultura dell’accoglienza, al contrario, questa è una terra che sin dalle sue origini ha saputo fare dell’ “accoglienza” un valore, che oggi è uno dei tratti fondamentali dell’identità stessa degli umbri; un valore che naturalmente richiede da parte di chi è accolto il rispetto delle regole. Unire poi l’obiettivo del recupero del patrimonio edilizio pubblico in disuso, o in stato di abbandono, a quello di offrire adeguate strutture di accoglienza in una logica, appunto, di “albergo diffuso” e non di ghetto, mi sembra una scelta giusta e condivisibile.
RISPOSTA di PAOLA BINETTI (UDC):
1. L’Umbria è una regione con un elevato tasso di immigrazione e nello stesso tempo con un buon indice di integrazione,-certamente migliorabile!- possibilmente legato a tre fattori :
a) la cultura e la tradizione umbra, capace di eprimere una accoglienza reale e concreta nei confronti di chi si trova in difficoltà;
b) un offerta di lavoro a ridotto indice di qualificazione che non viene oresa adeguatamente in considerazione dalla parte dei giovani umbri che hanno curriculum dstudi più articolati e cercno occupazione di maggior livello per competeeichieste, anche se non sempre i miglior livello per retribuzione offerta;
c) una immigrazione percepita complessivamnte come risorsa con un basso indice di rischio per la sicurezza.
2. Il nostro impegno a favore della immigrazione prevede misure diversificate:
– per i più giovani, a cui vanno offerte adeguate opportunità di formazione e di assimilazione della cultura italiana, dalla lingua alla costituzione, dalla storia alle tradizioni culturali…;
– per le donne, a cui va offerta la possibilità di integrare la cura della loro famiglia con il lavoro professionale, spesso concentrato sulla cura di bambini e anziani, o sui servizi alberghieri;
– per gli uomini che svolgono troppo spesso lavori in nero, con basse garanzie di sicurezza, fortemente esposti al precariato, che crea una profonda insicurezza per sé, per la famiglia e a volte anche per i familiari che sono rimasti nei paesi d’origine…
Tutela della famiglia e della salute, istruzione e lavoro, politiche per la casa, non sono degli optional da concedere per magnanimità, ma dei diritti da garantire a fronte di precisi impegni di rispetto delle regole, di consapevolezza del valore della legalità come sistema di diritti-doveri, di desiderio di diventare italiani a tutto tondo…