Il nostro amico Don Aldo Antonelli oggi ci scrive:

La maggioranza che applaude un parlamentare inquisito per mafia, liberandolo della sue stesse confessioni, mi ha gelato il sangue dentro.
Ho pianto questa notte; non me ne vergogno a confessarlo. Ma il pianto è stato liberatorio.
Stamane mi sono alzato più che mai deciso alla lotta e alla resistenza.
“Non mi avranno”, ho gridato saltando dal letto; ‘non mi avranno!’.
Poi, impertinente ma soave, mi investe questo sogno di non essere più giù né qui.

Voglio volare
e volare alto.

Ma prima dovrò sfondare
col pugno dell’indomito sdegno
la cappa del piombo mediatico
della narrazione bugiarda
della cronaca che m’ichioda
della dittatura che mi schiena.
Voglio volare
e volare libero.

Ma prima dovrò infrangere
le ipocrisie del doppiopetto
e spezzare le catene del doppio giogo
cui in troppi, senza vergogna,
ci si sottomette,
in libera schiavitù:
promesse e ricatti,
carote e bastone,
blandizie e nequizie.
Voglio volare
e volare lontano.

Da questo paese strozzato,
stuprato nella sua perduta inviolabilità,
landa sperduta per incursioni scherane,
società fatta mercato,
parlamento vero bordello,
ministri al guinzaglio.
Lontano da questo Paese
di porci e mascalzoni,
la cui unica legge
è quella del gregge.

Don Aldo Antonelli